Se c'è un posto di Torino che risponde bene all'idea di eleganza e
al gusto parigino per gli spazi urbani della città, questo è la Galleria Subalpina, che
collega piazza Castello a piazza Carlo Alberto, nella parte più centrale del
cuore cittadino.
Non è una semplice galleria commerciale, di quele che andavano di moda nel XIX secolo. Per esempio: al suo interno non
trovate negozi che non siano chic e vagamente snob, come, in fondo, è lo
spirito più autentico della torinesità. Sulla Galleria Subalpina si affacciano
le vetrine di Baratti & Milano, uno dei caffè più rinomati ed eleganti
della città, un negozio di antiquariato, una libreria antica, il ristorante
Arcadia, uno dei più apprezzati della città. Tutte attività, come si può vedere,
che si rivolgono a un pubblico colto, attento e intelligente e che niente hanno
a che vedere con le volgarità della globalizzazione e dei prodotti che si
trovano ovunque.
E al muoversi nella Galleria, con la luce che piove dal tetto in vetro e ferro, tra architetture che richiamano il barocco e lo stile parigino, si sente quest'atmosfera rarefatta e atemporale, quasi una sosta tra i ritmi frenetici della città, che le vetrine rimandano.
E al muoversi nella Galleria, con la luce che piove dal tetto in vetro e ferro, tra architetture che richiamano il barocco e lo stile parigino, si sente quest'atmosfera rarefatta e atemporale, quasi una sosta tra i ritmi frenetici della città, che le vetrine rimandano.
La Galleria Subalpina compie quest'anno 139 anni: la sua inaugurazione è
avvenuta il 30 dicembre 1874; il progetto è di Pietro Carrera, le sculture sono
di Pietro Rubino, che ha realizzato anche il Faro della Vittoria, sul Colle
della Maddalena, che un tempo girava a illuminare Torino e la vallata di Chieri
e che oggi rimane fisso (peccato), a vegliare sulla città.
Se cercate un'immagine per identificare Torino, non guardate alla Mole
Antonelliana, a piazza San Carlo o alla corona delle Alpi in una giornata di
primavera. Guardate alla Galleria Subalpina.
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