Ho incrociato Miss Bee, al secolo Benedetta Oggero, varie volte
nel web, prima di incontrarla finalmente dal vivo. E' una delle regine torinesi
di Gnammo, piattaforma italiana del social eating, e ogni volta
propone cene curiose a casa sua; è la responsabile di torte e
pasticcini nei pomeriggi che Victorian Tea Planner e The little tea
room dedicano a Jane Austen; e adesso si è inventata anche In the kitchen,
lezioni di cucina in inglese, con Turin Epicurean Capital. Muovendosi nel web torinese, alla ricerca di novità e
proposte legate a cene e cucina, la si incontra spesso. "Torino è
piccola!" commenta lei allegramente.
- Come è nata la passione per la cucina?
In realtà non è mai nata, nel senso che non posso identificare un momento della mia vita in cui ho scoperto che mi piace cucinare. L'ho sempre fatto e ho imparato da mia mamma. Sono cresciuta con lei che amava cucinare, ricevere gli amici, avere momenti conviviali in cui conversazione e sapori si mescolavano ed è un gusto che mi è rimasto ed è parte del mio DNA. Gli amici mi hanno sempre chiesto perché non apro un ristorante, ma non amo essere legata agli orari che un ristorante impone.
- Poi hai scoperto Gnammo!
Sì, casualmente, su Internet, ho scoperto queste cene organizzate in casa propria per sconosciuti e mi sono incuriosita. Però è rimasta una cosa così, tra i Preferiti del mio browser. Qualche mese dopo, con un'amica. ho organizzato un baby shower per un'amica comune, che aveva già avuto il bambino. Ci siamo messe entrambe alla prova: lei, che organizza eventi, si è occupata della parte organizzativa, io di quella conviviale, legata al cibo. E' andata piuttosto bene e molte persone ci hanno chiesto se organizzare eventi era il nostro lavoro. Lì mi sono ricordata di Gnammo e ho deciso di organizzare le mie cene in casa.
- Com'è andata la prima volta?
La prima volta è stata quasi tra amici, poi, mano a mano, hanno iniziato ad arrivare persone nuove. La cosa bella è che molti tendono a tornare. Io posso ospitare un massimo di 14 persone, un buon numero per poter avviare conversazioni da tavola e non disperdersi. Ovviamente chi viene è una persona curiosa e, anche se difficilmente viene da sola, è disposta comunque a conversare con perfetti sconosciuti. Succedono cose anche molto carine. Io ho vissuto per sette anni a Londra e ho portato con me la passione per il tè e per lo stile di vita anglo-sassone, per cui organizzo cene a tema anche in occasione delle feste anglosassoni. A novembre c'è stata la cena per il Thanksginving e quasi tutti gli ospiti hanno voluto farsi un selfie con il tacchino! O è capitato che sia venuto come ospite un ex inquilino del mio appartamento!
- C'è una fascia di persone di riferimento, nelle cene di Gnammo?
In linea di massima sono persone tra i 25 e i 45 anni, più o meno, ma uno dei miei ospiti più assidui è una signora di settant'anni, davvero deliziosa, che viene da sola o con la figlia, una mia ex compagna di scuola, e che chiacchiera volentieri con i suoi vicini di tavolo. Sono convinta che il successo di una cena non sia legato all'età o alle fasce sociali degli ospiti, quanto alla loro curiosità.
- Il prossimo appuntamento, l'8 marzo, è un tè per celebrare la Festa della Donna
Sì, è il Ladies High Tea, un pomeriggio al femminile, di tè con dolcetti e salatini; preparerò tartellette al limone con mini meringhe e cestini di patate con salmone affumicato, per dire. E' un pomeriggio che fa un po' da intervallo tra le mie cene in giro per il mondo. Siamo partiti da Londra e siamo già stati a New York per un brunch, poi siamo passati per il Messico e il Marocco, domani ci sarà una sosta a Torino, a base di polenta, e quindi, da marzo fino all'inizio dell'estate, ci saranno tappe in India, in Thailandia, in Grecia, per ritornare a Londra, per un Sunday roast a cui sto già pensando.
- Ti brillano gli occhi quando parli delle cene e dei menù che prepari!
Oh, la preparazione del menù penso sia la parte davvero più divertente! Quando devi abbinare i piatti tra di loro, stare attenta che ci sia un certo equilibrio di colori e di ingredienti. Poi devi fare la lista della spesa, andare nei posti giusti per acquistare il necessario e, infine, cucinare e preparare la tavola. E anche la preparazione della tavola, con la scelta dei colori e del tema, è davvero divertente. Organizzare una cena mi appassiona.
- Perché sei Miss Bee?
A Londra i miei amici mi chiamavano B, da Benedetta. Quando si è trattato di scegliere un nome e un logo, sono partita da lì, ho cercato qualcosa che stesse bene con B e sono arrivata a Miss Bee; nel logo c'è un'ape, che è un insetto operoso e utile e fa il miele, per cui mi piace molto averlo come simbolo.
- Si vive, lavorando come Miss Bee?
Ci stiamo provando! Lavoro come insegnante di inglese in una scuola privata e poi sono cuoca a domicilio, organizzo o collaboro a eventi come alcuni di quelli organizzati da Dino Del Corso e la sua Victorian Tea Planner o da Turin Epicurean Capital. L'idea è far convivere l'inglese e la cucina, le mie due grandi passioni, e fare di entrambi un lavoro.
Miss Bee è molto social (mi ha rivelato un'autentica passione per Pinterest); ha un sito web, www.missbeefoods.it, è su Facebook, su Twitter, su Pinterest, e su Instagram. Le foto pubblicate nel post sono di Matteo Reinerio, Lucia Hannau e Alessandra Cobianchi.
- Come è nata la passione per la cucina?
In realtà non è mai nata, nel senso che non posso identificare un momento della mia vita in cui ho scoperto che mi piace cucinare. L'ho sempre fatto e ho imparato da mia mamma. Sono cresciuta con lei che amava cucinare, ricevere gli amici, avere momenti conviviali in cui conversazione e sapori si mescolavano ed è un gusto che mi è rimasto ed è parte del mio DNA. Gli amici mi hanno sempre chiesto perché non apro un ristorante, ma non amo essere legata agli orari che un ristorante impone.
- Poi hai scoperto Gnammo!
Sì, casualmente, su Internet, ho scoperto queste cene organizzate in casa propria per sconosciuti e mi sono incuriosita. Però è rimasta una cosa così, tra i Preferiti del mio browser. Qualche mese dopo, con un'amica. ho organizzato un baby shower per un'amica comune, che aveva già avuto il bambino. Ci siamo messe entrambe alla prova: lei, che organizza eventi, si è occupata della parte organizzativa, io di quella conviviale, legata al cibo. E' andata piuttosto bene e molte persone ci hanno chiesto se organizzare eventi era il nostro lavoro. Lì mi sono ricordata di Gnammo e ho deciso di organizzare le mie cene in casa.
- Com'è andata la prima volta?
La prima volta è stata quasi tra amici, poi, mano a mano, hanno iniziato ad arrivare persone nuove. La cosa bella è che molti tendono a tornare. Io posso ospitare un massimo di 14 persone, un buon numero per poter avviare conversazioni da tavola e non disperdersi. Ovviamente chi viene è una persona curiosa e, anche se difficilmente viene da sola, è disposta comunque a conversare con perfetti sconosciuti. Succedono cose anche molto carine. Io ho vissuto per sette anni a Londra e ho portato con me la passione per il tè e per lo stile di vita anglo-sassone, per cui organizzo cene a tema anche in occasione delle feste anglosassoni. A novembre c'è stata la cena per il Thanksginving e quasi tutti gli ospiti hanno voluto farsi un selfie con il tacchino! O è capitato che sia venuto come ospite un ex inquilino del mio appartamento!
- C'è una fascia di persone di riferimento, nelle cene di Gnammo?
In linea di massima sono persone tra i 25 e i 45 anni, più o meno, ma uno dei miei ospiti più assidui è una signora di settant'anni, davvero deliziosa, che viene da sola o con la figlia, una mia ex compagna di scuola, e che chiacchiera volentieri con i suoi vicini di tavolo. Sono convinta che il successo di una cena non sia legato all'età o alle fasce sociali degli ospiti, quanto alla loro curiosità.
- Il prossimo appuntamento, l'8 marzo, è un tè per celebrare la Festa della Donna
Sì, è il Ladies High Tea, un pomeriggio al femminile, di tè con dolcetti e salatini; preparerò tartellette al limone con mini meringhe e cestini di patate con salmone affumicato, per dire. E' un pomeriggio che fa un po' da intervallo tra le mie cene in giro per il mondo. Siamo partiti da Londra e siamo già stati a New York per un brunch, poi siamo passati per il Messico e il Marocco, domani ci sarà una sosta a Torino, a base di polenta, e quindi, da marzo fino all'inizio dell'estate, ci saranno tappe in India, in Thailandia, in Grecia, per ritornare a Londra, per un Sunday roast a cui sto già pensando.
- Ti brillano gli occhi quando parli delle cene e dei menù che prepari!
Oh, la preparazione del menù penso sia la parte davvero più divertente! Quando devi abbinare i piatti tra di loro, stare attenta che ci sia un certo equilibrio di colori e di ingredienti. Poi devi fare la lista della spesa, andare nei posti giusti per acquistare il necessario e, infine, cucinare e preparare la tavola. E anche la preparazione della tavola, con la scelta dei colori e del tema, è davvero divertente. Organizzare una cena mi appassiona.
- Perché sei Miss Bee?
A Londra i miei amici mi chiamavano B, da Benedetta. Quando si è trattato di scegliere un nome e un logo, sono partita da lì, ho cercato qualcosa che stesse bene con B e sono arrivata a Miss Bee; nel logo c'è un'ape, che è un insetto operoso e utile e fa il miele, per cui mi piace molto averlo come simbolo.
- Si vive, lavorando come Miss Bee?
Ci stiamo provando! Lavoro come insegnante di inglese in una scuola privata e poi sono cuoca a domicilio, organizzo o collaboro a eventi come alcuni di quelli organizzati da Dino Del Corso e la sua Victorian Tea Planner o da Turin Epicurean Capital. L'idea è far convivere l'inglese e la cucina, le mie due grandi passioni, e fare di entrambi un lavoro.
Miss Bee è molto social (mi ha rivelato un'autentica passione per Pinterest); ha un sito web, www.missbeefoods.it, è su Facebook, su Twitter, su Pinterest, e su Instagram. Le foto pubblicate nel post sono di Matteo Reinerio, Lucia Hannau e Alessandra Cobianchi.