Prendete una piazza storica torinese e immaginatela senza
dehors. Anzi, prendete una qualunque via torinese e provate a
immaginarla senza i tavolini dei bar e dei ristoranti all'aperto. A
memoria, è davvero difficile che ci sia una via torinese che non
abbia i suoi dehors, magari togliendo persino posti ai parcheggi. Per
quanto il clima continentale non aiuti, per quanto noi torinesi
abbiamo fama di austeri e sobri, amiamo pranzare o prendere
l'aperitivo all'aperto, godendo la bellezza della nostra collina
(piazza Vittorio Veneto), dell'architettura barocca (piazza San
Carlo) o l'eleganza aristocratica di un piccolo salotto (piazza
Carignano). Più si approfondisce la conoscenza di abitudini e usi,
presenti e passati, più ci si chiede come sia nata la fama di città
austera di Torino: se quello che amano i torinesi è divertirsi e
godersela!
C'è stato un tempo in cui anche il più famoso dei ristoranti torinesi, il Cambio di piazza Carignano, era dotato di un dehor; non i tavoli all'aperto di adesso, ma un vero e proprio spazio, quasi una specie di 'terrazza' sulla piazza. Essendo collocato il Cambio in un'ala aggettante dell'edificio, il dehor occupava l'angolo formato dall'aggetto, in modo da non 'disturbare' il disegno della piazza; era anche definito da una piccola cancellata, così da distinguerlo come 'proprietà privata' e luogo in cui non si poteva entrare senza essere clienti del ristorante. Era un'altra gentilezza, rispetto ai dehors di oggi, definiti magari da pedane e forniti di impianti di raffrescamento o riscaldamento. Non era migliore né peggiore, era un'altra Torino ed è bello ricordarla.
Gli esterni del ristorante Del Cambio ieri e oggi, la foto di ieri da skyscrapercity, quella di oggi da Google Earth.
C'è stato un tempo in cui anche il più famoso dei ristoranti torinesi, il Cambio di piazza Carignano, era dotato di un dehor; non i tavoli all'aperto di adesso, ma un vero e proprio spazio, quasi una specie di 'terrazza' sulla piazza. Essendo collocato il Cambio in un'ala aggettante dell'edificio, il dehor occupava l'angolo formato dall'aggetto, in modo da non 'disturbare' il disegno della piazza; era anche definito da una piccola cancellata, così da distinguerlo come 'proprietà privata' e luogo in cui non si poteva entrare senza essere clienti del ristorante. Era un'altra gentilezza, rispetto ai dehors di oggi, definiti magari da pedane e forniti di impianti di raffrescamento o riscaldamento. Non era migliore né peggiore, era un'altra Torino ed è bello ricordarla.
Gli esterni del ristorante Del Cambio ieri e oggi, la foto di ieri da skyscrapercity, quella di oggi da Google Earth.
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