La Reggia di Venaria Reale ha aggiunto
al suo percorso espositivo tre magnifici arazzi fiamminghi, che si
aggiungono a quelli già presenti nelle sale adiacenti alla Sala di
Diana. Le tre opere, realizzate dalla Manifattura Frans Raes di
Bruxelles intorno alla metà del XVII secolo, appartengono alla
Fondazione Martini&Rossi, che li ha ceduti in comodato al
Consorzio delle Residenze Reali Sabaude. Collocati nella Sala delle
Cacce Acquatiche, davanti ai giardini della Reggia,
ricordano il sontuoso arredamento delle antiche Residenze Reali, non solo
sabaude.
Sono tutti arazzi a tema venatorio, dunque hanno trovato nella Venaria Reale (che dalla caccia prende anche il nome) la propria dimora ideale. Le scene ritraggono una caccia al lupo, una caccia al cervo e una caccia al leopardo, tutti con un realismo sorprendente e un certo gusto per l'esotico (in uno degli arazzi i cacciatori hanno abbigliamento che ricorda la corte turca, più che quelle occidentali).
Prima di essere esposti alla Reggia di Venaria Reale, i tre arazzi sono stati restaurati dal laboratorio Tessili Antichi di Viterbo. Le principali criticità erano legate alla presenza della polvere, alla tenuta della trama della tessitura e, a livello più estetico, dai colori sbiaditi, che poco assomigliavano agli originali. Oltre a riparare i danni del tempo, il restauro ha provvisto gli arazzi di supporti posteriori, affinché non soffrano le tensioni dovute alla sospensione.
Sono tutti arazzi a tema venatorio, dunque hanno trovato nella Venaria Reale (che dalla caccia prende anche il nome) la propria dimora ideale. Le scene ritraggono una caccia al lupo, una caccia al cervo e una caccia al leopardo, tutti con un realismo sorprendente e un certo gusto per l'esotico (in uno degli arazzi i cacciatori hanno abbigliamento che ricorda la corte turca, più che quelle occidentali).
Prima di essere esposti alla Reggia di Venaria Reale, i tre arazzi sono stati restaurati dal laboratorio Tessili Antichi di Viterbo. Le principali criticità erano legate alla presenza della polvere, alla tenuta della trama della tessitura e, a livello più estetico, dai colori sbiaditi, che poco assomigliavano agli originali. Oltre a riparare i danni del tempo, il restauro ha provvisto gli arazzi di supporti posteriori, affinché non soffrano le tensioni dovute alla sospensione.
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