Con la stombatura della Dora, si
può dire che buona parte dei lavori del Parco Dora è stata
completata (rimane da definire la riva settentrionale della Dora,
sull'area Valdocco, che, secondo i programmi dovrebbe essere risistemata in
primavera). Secondo l'Amministrazione cittadina, e non si può darle
torto, la grande area verde non comunica, però, il suo significato
storico: chi sa cosa c'era sotto il grande capannone in cui trovano
posto i campi sportivi? E cosa rappresentano le vasche accanto alla
chiesa del Santo Volto, nell'area Ingest? E la grande torre del
raffreddamento dell'area Michelin, cosa raffreddava? Per dare
risposta a queste domande, il Comune intende trasformare il Parco
Dora "in un vero e proprio
parco culturale della Torino industriale, un percorso museale
pubblico a cielo aperto, attraverso il quale narrare il territorio,
la sua storia, le sue memorie e il suo presente, capace di
valorizzare l'identità dei luoghi, ripresentando in maniera
dinamica, interattiva e innovativa la storia, lontana e recente, di
uno dei contesti industriali più significativi della Città,
evidenziando, al contempo, i grandi passi fatti oggi in termini di
recupero e tutela dell'ambiente". Leggo una dichiarazione
d'intenti come questa e sono già affascinata dall'idea.
Per raggiungere l'obiettivo indicato, il Comune ha lanciato in questi giorni un bando di concorso, "per la realizzazione del Parco Culturale della Torino Industriale denominato Iron Valley" (ecco, se magari usassimo l'italiano e la piantassimo con questi inutili, fastidiosi e ridicoli anglicismi sarebbe meglio: non si capisce cosa ci sia di male in Valle del Ferro, anche se il Parco non è né Valle né Valley, ma sorge in una zona bella pianeggiante). Il bando di concorso spiega cosa debba valorizzare il progetto del Parco Culturale: "Obiettivo principale del progetto è dunque ideare un innovativo museo a cielo aperto tale da rendere Parco Dora un'opportunità culturale e turistica per la Città e per il quartiere su cui insiste, permettendo di restituire alle emergenze architettoniche post industriali significato storico-culturale oltre che valore contemporaneo in merito alle funzioni oggi reinsediate. Dovranno essere pensati percorsi di visita e fruizione, allestimenti museali materiali e immateriali e relativi impianti, aventi propria identità grafica. Questi, a titolo di esempio, potranno comprendere: elementi di arredo, espositivi e/o scenografici; sistemi illuminotecnici, di sonorizzazione e di fruizione di contenuti audio-video; prodotti di comunicazione grafica e digitale; siti web, app, ricostruzioni virtuali, effetti multisensoriali, libri virtuali, prodotti multimediali e digitali fruibili attraverso dotazioni tecnologiche personali, etc".
Il bando dell'Iron Valley è aperto a gruppi di progettazione formati da professionisti attivi in architettura, design, comunicazione visiva, allestimenti museali, nuove tecnologie, ingegneria dell'informazione; nel gruppo devono essere presenti un architetto esperto in architettura del paesaggio, un esperto in allestimenti museali, un esperto in comunicazione grafica, multimediale e digitale, un ingegnere d'impiantistica. La data di scadenza del bando è il 5 aprile 2018. Per il 1° classificato è previsto un premio di 10mila euro, per il secondo un rimborso spese di 2500 euro.
Sul sito www.comune.torino.it, tutto il materiale del bando, in .pdf; che partecipiate o meno al concorso, non perdetevi le belle foto del Parco Dora, com'era, quando era il distretto dell'industria pesante torinese, e com'è adesso, che è un Parco fascinoso, unico in Italia sebbene ancora in cerca di sistemazione definitiva, a oltre 10 anni dall'apertura dei cantieri.
Per raggiungere l'obiettivo indicato, il Comune ha lanciato in questi giorni un bando di concorso, "per la realizzazione del Parco Culturale della Torino Industriale denominato Iron Valley" (ecco, se magari usassimo l'italiano e la piantassimo con questi inutili, fastidiosi e ridicoli anglicismi sarebbe meglio: non si capisce cosa ci sia di male in Valle del Ferro, anche se il Parco non è né Valle né Valley, ma sorge in una zona bella pianeggiante). Il bando di concorso spiega cosa debba valorizzare il progetto del Parco Culturale: "Obiettivo principale del progetto è dunque ideare un innovativo museo a cielo aperto tale da rendere Parco Dora un'opportunità culturale e turistica per la Città e per il quartiere su cui insiste, permettendo di restituire alle emergenze architettoniche post industriali significato storico-culturale oltre che valore contemporaneo in merito alle funzioni oggi reinsediate. Dovranno essere pensati percorsi di visita e fruizione, allestimenti museali materiali e immateriali e relativi impianti, aventi propria identità grafica. Questi, a titolo di esempio, potranno comprendere: elementi di arredo, espositivi e/o scenografici; sistemi illuminotecnici, di sonorizzazione e di fruizione di contenuti audio-video; prodotti di comunicazione grafica e digitale; siti web, app, ricostruzioni virtuali, effetti multisensoriali, libri virtuali, prodotti multimediali e digitali fruibili attraverso dotazioni tecnologiche personali, etc".
Il bando dell'Iron Valley è aperto a gruppi di progettazione formati da professionisti attivi in architettura, design, comunicazione visiva, allestimenti museali, nuove tecnologie, ingegneria dell'informazione; nel gruppo devono essere presenti un architetto esperto in architettura del paesaggio, un esperto in allestimenti museali, un esperto in comunicazione grafica, multimediale e digitale, un ingegnere d'impiantistica. La data di scadenza del bando è il 5 aprile 2018. Per il 1° classificato è previsto un premio di 10mila euro, per il secondo un rimborso spese di 2500 euro.
Sul sito www.comune.torino.it, tutto il materiale del bando, in .pdf; che partecipiate o meno al concorso, non perdetevi le belle foto del Parco Dora, com'era, quando era il distretto dell'industria pesante torinese, e com'è adesso, che è un Parco fascinoso, unico in Italia sebbene ancora in cerca di sistemazione definitiva, a oltre 10 anni dall'apertura dei cantieri.
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