Se avete memoria della Torino
pre-olimpica, ricorderete com'erano piazza Castello e piazza San
Carlo. Piene di auto e in parte trasformate in parcheggio. C'è stato
un tempo in cui la città favoriva il traffico privato e le auto
erano le regine di ogni strategia di trasporto, non a caso Torino era
la città della FIAT e della Lancia. Poi, intorno agli anni 90, le
strategie sono cambiate: l'equilibrio con l'ambiente e la
sostenibilità sono entrati nella nostra vita e nel nostro
immaginario. Ma non solo, anche a Torino l'immagine di capitale
dell'auto e di città del traffico ha iniziato a stare stretta. Poco
prima delle Olimpiadi del 2006, il riassetto delle due piazze storiche della
città, quelle poste sull'asse principale dello sviluppo voluto dai
Savoia, dal Palazzo Reale alla Porta Nuova, ossia piazza Castello e
piazza San Carlo.
Entrambe sono state trasformate in piazze pedonali. In piazza San Carlo il traffico è stato completamente escluso e la pavimentazione ridisegnata: è bello passarci e vedere i tavolini all'aperto dei caffè e poter apprezzare nella sua completezza, dal centro della piazza, il disegno architettonico delle sue facciate e delle sue due chiese; un po' meno bello vedere turisti e torinesi seduti sulle scale del monumento a Emanuele Filiberto, inutilmente recintato, ma l'educazione verso il bello è purtroppo quella che è. In piazza Castello, il traffico è stato spostato tutto nella parte sud-orientale, mentre quella tra piazza Madama e via Garibaldi è diventata una grande area pedonale, anch'essa con una nuova pavimentazione e un nuovo disegno, che include anche fontane da terra, con un colpo d'occhio di grande fascino sugli antichi e nuovi Palazzi del potere, il Palazzo Reale e Palazzo Madama, il Palazzo della Regione e la Prefettura.
La cosa curiosa è vedere le cartoline di un secolo fa e trovare una concezione simile delle due piazze. O meglio, una concezione quasi sospesa tra il tempo che è stato e quello che sarebbe stato: le due piazze sono ancora pedonali, in assenza di un traffico privato sviluppato, sono ancora 'proprietà' dei torinesi, appena segnate dai binari dei tram, all'epoca onnipresenti, e segno della città che sta arrivando. Sono cartoline che suscitano emozione e tenerezza per la Torino che raccontano: quella che andava in centro con il vestito della festa, che frequentava i caffè e i teatri, che stava ricostruendo la sua immagine e il suo futuro dopo aver perso il ruolo di capitale. Poco tempo e le auto avrebbero invaso le sue strade e il suo tempo.
Entrambe sono state trasformate in piazze pedonali. In piazza San Carlo il traffico è stato completamente escluso e la pavimentazione ridisegnata: è bello passarci e vedere i tavolini all'aperto dei caffè e poter apprezzare nella sua completezza, dal centro della piazza, il disegno architettonico delle sue facciate e delle sue due chiese; un po' meno bello vedere turisti e torinesi seduti sulle scale del monumento a Emanuele Filiberto, inutilmente recintato, ma l'educazione verso il bello è purtroppo quella che è. In piazza Castello, il traffico è stato spostato tutto nella parte sud-orientale, mentre quella tra piazza Madama e via Garibaldi è diventata una grande area pedonale, anch'essa con una nuova pavimentazione e un nuovo disegno, che include anche fontane da terra, con un colpo d'occhio di grande fascino sugli antichi e nuovi Palazzi del potere, il Palazzo Reale e Palazzo Madama, il Palazzo della Regione e la Prefettura.
La cosa curiosa è vedere le cartoline di un secolo fa e trovare una concezione simile delle due piazze. O meglio, una concezione quasi sospesa tra il tempo che è stato e quello che sarebbe stato: le due piazze sono ancora pedonali, in assenza di un traffico privato sviluppato, sono ancora 'proprietà' dei torinesi, appena segnate dai binari dei tram, all'epoca onnipresenti, e segno della città che sta arrivando. Sono cartoline che suscitano emozione e tenerezza per la Torino che raccontano: quella che andava in centro con il vestito della festa, che frequentava i caffè e i teatri, che stava ricostruendo la sua immagine e il suo futuro dopo aver perso il ruolo di capitale. Poco tempo e le auto avrebbero invaso le sue strade e il suo tempo.
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