Qualche giorno fa l'apertura della chiesa di Santa Chiara, i cui restauri sono stati finanziati dalla
Compagnia di San Paolo, poi la restituzione della pala dell'altare maggiore della chiesa di San Filippo Neri, restaurata dalla
Fondazione CRT, e adesso l'altro grande mecenate del patrimonio
storico-artistico torinese, la Consulta per la Valorizzazione Beni
Artistici e Culturali di Torino, che ha sostenuto l'ultimo prestigioso restauro a Palazzo Reale, quello del Gabinetto del Segreto Maneggio degli Affari di Stato. Ancora una volta la domanda: cosa sarebbe
del nostro patrimonio culturale torinese senza il mecenatismo degli enti
privati? Pensiamoci e valorizziamo questa capacità di occuparsi del
bello dei mecenati moderni.
Il Gabinetto del Segreto Maneggio degli Affari di Stato ha un nome bello e intrigante, che fa immaginare il potere sabaudo laddove si esercitava davvero, non nella pompa delle manifestazioni pubbliche, nella solennità dell'architettura, ma nelle segrete stanze in cui il sovrano, davanti a se stesso e a qualche persona fidata, prendeva le decisioni che contavano. È uno spazio piccolo e nascosto, ma non per questo meno sontuoso di quelli a cui ci hanno abituato re Vittorio Amedeo II, suo committente, e i suoi successori: nei suoi specchi, nelle sue dorature, nelle sue decorazioni, la raffinatezza del barocco settecentesco, che suscita ancora maraviglia. Per realizzarlo, i nomi più importanti dell'arte del Regno di Sardegna del XVIII secolo: il progetto iniziale è di Filippo Juvarra, le boiseries e gli arredi lignei sono di Luigi Prinotto e Pietro Piffetti, gli affreschi della volta sono di Claudio Francesco Beaumont e Carle van Loo.
Il restauro, voluto dai Musei Reali di Torino e sostenuto dalla Consulta, spiega il comunicato stampa, "ha riguardato gli aspetti essenziali dell'intera superficie di rivestimenti e arredi: le boiseries, le cornici intagliate degli specchi, le preziose parti lignee e le dorature sono stati sottoposti ad attente procedure di pulitura. I restauratori hanno fatto un lavoro di consolidamento e fissaggio ricostruendo, solo dove strettamente necessario, i fregi mancanti utilizzando resine speciali. L'intento è stato quello di conservare e di mantenere, per quanto possibile, la materia originale. Attraverso un apposito procedimento, gli arredi del Piffetti sono stati risanati dagli attacchi di insetti xilofagi con l'utilizzo dell'azoto. I pavimenti sono stati sottoposti a controllo e nuovamente incerati. Trattandosi di ambienti rivestiti di specchi, l'illuminazione ha costituito un tema assai delicato: la soluzione adottata, fornita da Ilti Luce, ha previsto il posizionamento dei faretti che valorizzano la meravigliosa volta affrescata dal pittore di corte Claudio Francesco Beaumont e gli arredi lignei".
Gli spazi ristretti non permettono visite continue, pertanto i Musei Reali hanno deciso di permettere solo visite guidate e solo per gruppi non superiori alle 20 persone. In questi giorni di festa si terranno il 16, 23, 26 e 30 dicembre 2018, dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 14 alle 18; saranno comprese nel biglietto d'ingresso dei Musei Reali (intero 12 euro, ridotto 6 euro per 18-25 anni, gratis per under 18 e tessere Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card, Royal Card), non richiederanno prenotazione, dato che i gruppi si formeranno alla biglietteria di Palazzo Reale.
Le foto sono di Daniele Bottallo.
Il Gabinetto del Segreto Maneggio degli Affari di Stato ha un nome bello e intrigante, che fa immaginare il potere sabaudo laddove si esercitava davvero, non nella pompa delle manifestazioni pubbliche, nella solennità dell'architettura, ma nelle segrete stanze in cui il sovrano, davanti a se stesso e a qualche persona fidata, prendeva le decisioni che contavano. È uno spazio piccolo e nascosto, ma non per questo meno sontuoso di quelli a cui ci hanno abituato re Vittorio Amedeo II, suo committente, e i suoi successori: nei suoi specchi, nelle sue dorature, nelle sue decorazioni, la raffinatezza del barocco settecentesco, che suscita ancora maraviglia. Per realizzarlo, i nomi più importanti dell'arte del Regno di Sardegna del XVIII secolo: il progetto iniziale è di Filippo Juvarra, le boiseries e gli arredi lignei sono di Luigi Prinotto e Pietro Piffetti, gli affreschi della volta sono di Claudio Francesco Beaumont e Carle van Loo.
Il restauro, voluto dai Musei Reali di Torino e sostenuto dalla Consulta, spiega il comunicato stampa, "ha riguardato gli aspetti essenziali dell'intera superficie di rivestimenti e arredi: le boiseries, le cornici intagliate degli specchi, le preziose parti lignee e le dorature sono stati sottoposti ad attente procedure di pulitura. I restauratori hanno fatto un lavoro di consolidamento e fissaggio ricostruendo, solo dove strettamente necessario, i fregi mancanti utilizzando resine speciali. L'intento è stato quello di conservare e di mantenere, per quanto possibile, la materia originale. Attraverso un apposito procedimento, gli arredi del Piffetti sono stati risanati dagli attacchi di insetti xilofagi con l'utilizzo dell'azoto. I pavimenti sono stati sottoposti a controllo e nuovamente incerati. Trattandosi di ambienti rivestiti di specchi, l'illuminazione ha costituito un tema assai delicato: la soluzione adottata, fornita da Ilti Luce, ha previsto il posizionamento dei faretti che valorizzano la meravigliosa volta affrescata dal pittore di corte Claudio Francesco Beaumont e gli arredi lignei".
Gli spazi ristretti non permettono visite continue, pertanto i Musei Reali hanno deciso di permettere solo visite guidate e solo per gruppi non superiori alle 20 persone. In questi giorni di festa si terranno il 16, 23, 26 e 30 dicembre 2018, dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 14 alle 18; saranno comprese nel biglietto d'ingresso dei Musei Reali (intero 12 euro, ridotto 6 euro per 18-25 anni, gratis per under 18 e tessere Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card, Royal Card), non richiederanno prenotazione, dato che i gruppi si formeranno alla biglietteria di Palazzo Reale.
Le foto sono di Daniele Bottallo.
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