Grazie a Rotta su Torino, in questi
anni, ho scoperto
quanto le Fondazioni bancarie siano indispensabili
nella vita culturale della città e della Regione: senza Fondazione
CRT e Compagnia di San Paolo non sarebbero stati realizzati gran
parte dei restauri dei nostri monumenti, non esisterebbero buona
parte delle stagioni teatrali, dei Festival di vario genere, delle
rassegne culturali. Poi, se guardiamo a
Fondazione CRT, senza di lei,
che l'ha acquistata e si è assunta l'onere dei restauri e di un
nuovo concept, non esisterebbe quel
gioiello di cultura contemporanea
e di dialogo internazionale che sono oggi le OGR.
La Fondazione
CRT ha lanciato nei mesi scorsi una grande
operazione di ascolto
collettivo, per chiedersi e chiedere cosa possa essere per il
territorio nel prossimo decennio. Hanno partecipato oltre 700
sindaci, rappresentanti delle istituzioni, del mondo della cultura,
dell'università, dell'economia, dell'innovazione, un inseme
rappresentativo, insomma, della società civile, quella che produce,
inventa e tutela i diritti di chi rimane indietro. Una sorta di
Stati Generali del Piemonte che ha lasciato un
potentissimo ritratto sia del territorio e delle sue attese che di
quello che la Fondazione può essere. Sarà presentato al
prossimo
Consiglio di Indirizzo, eletto il 30 aprile 2019, affinché
possa disegnare
la road map del prossimo decennio; ieri il presidente della Fondazione
Giovanni Quaglia e il Segretario Generale
Massimo
Lapucci ne hanno anticipato ai media alcuni dati piuttosto interessanti.
Raccontano
una Torino più vivace e meno chiusa su se stessa di
quanto dica la narrazione corrente. Una città che aspira a essere
policentrica, che guarda a infrastrutture, turismo, cultura,
innovazione, come elementi di sviluppo; che crede nella
ricerca,
nella
rivoluzione digitale, nell'
alta formazione, nelle start-up; che
guarda alle sue periferie e alle piccole imprese e che lavora per
valorizzare le risorse diffuse. Tutt'intorno
una Regione non più
Torinocentrica, ma attenta a
valorizzare le proprie eccellenze, il
food, le medie imprese, la cultura, il turismo, la sostenibilità
ambientale, il rapporto tra pubblico e privato. In questo quadro,
alla Fondazione CRT viene chiesta
una presenza non solo 'erogatrice',
soprattutto nel
welfare e nella
cultura; nel primo caso, gli Stati
Generali suggeriscono
attenzione al consolidamento del tessuto
sociale, dopo la devastante crisi del 2008, nel secondo la
garanzia
di un'offerta culturale plurale, grazie ai contributi distribuiti in
tutta la regione, anche alle piccole realtà locali del Nord Ovest
italiano ("Abbiamo distribuito risorse per 1,6 miliardi di euro,
senza trascurare neanche uno dei 1284 Comuni di Piemonte e Valle
d'Aosta" ha detto il presidente Quaglia).
Per la Fondazione
CRT si profilano
quattro possibili direzioni d'azione, tutte legate alla
percezione di
istituzioni deboli o comunque incapaci di dare da sole
risposte alla complessità delle esigenze della società. "Ci
vedono come
agenti di sviluppo: non più solo un ente erogatore di
risorse, ma anche come un ente che aiuta a
tessere relazioni, che
riesce ad
aggregare e a realizzare
un sistema di reti" ha detto
ancora Quaglia "La Fondazione non può sostituirsi alle
istituzioni, ha un ruolo diverso, la regia e il disegno politico non
spettano a noi; il nostro compito può essere quello di assicurare un
appoggio esterno, magari fornire strumenti e risorse strategiche,
occasioni di confronto".
I
numeri di questi anni, del resto,
testimoniano la grande forza della sua presenza nel territorio. Vi
passo solo
i numeri legati all'Arte e alla Cultura, che sono gli
argomenti che interessano maggiormente Rotta su Torino. In
27 anni di
attività, Fondazione CRT ha distribuito risorse per
oltre 1,6
miliardi di euro, di questi
480 milioni sono andati all'Arte e
Cultura.
2.500 beni storici, artistici e architettonici restaurati
con 40,5 milioni di euro (progetto
Restauri Cantieri Diffusi);
3.500
eventi di musica, teatro e danza sostenuti con 38 milioni di euro
(progetto
Not&Sipari);
900 iniziative artistiche e culturali
sostenute con 12,5 milioni di euro (progetto
Esponente);
15
cantieri per il recupero delle Cattedrali e 4 per i musei diocesani,
500 luoghi di storia e arte sacra in rete sulla piattaforma cittaecattedrali.it, per un investimento di oltre 21 milioni di
euro; 55 milioni di euro per le
residenze e le collezioni reali; 40
milioni di euro negli ultimi 10 anni per il
sistema museale; 28
milioni di euro negli ultimi 10 anni per il
sostegno alle produzioni
nazionali e ai grandi eventi; oltre 100 milioni per la
riqualificazione delle OGR; con Fondazione per l'Arte acquisite
oltre
800 opere di artisti di tutto il mondo, per un investimento di 40
milioni di euro: una delle collezioni più importanti in Italia e in
Europa.
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