Si dice Palazzo dell'Accademia delle
Scienze e si pensa al Museo Egizio, che da qualche
tempo, soprattutto dopo l'ampliamento, lo occupa in larga parte. In
realtà l'edificio, uno dei pochi dall'aulica facciata in laterizi
(come il vicino Palazzo Carignano e i più lontani Quartieri
Militari, tutti costruiti tra il Seicento e il Settecento), fu
costruito sotto la reggenza di Maria Giovanna Battista di Savoia
Nemours come Collegio gesuitico per i giovani aristocratici. Poi, nel
1773, l'Ordine dei Gesuiti fu soppresso e il Palazzo passò
all'appena nata Accademia delle Scienze, che ne occupa ancora un'ala.
Lo dimentichiamo spesso, ma durante l'anno l'Accademia organizza diversi incontri che promuovono la sua attività e la conoscenza scientifica e che, di passo, ci ricordano che c'è una ragione se il Museo Egizio si trova in un Palazzo chiamato dell'Accademia delle Scienze. Qualche giorno fa ho assistito a una delle conferenze organizzate dall'Accademia e, dopo tanti anni, ho rivisto la Sala dei Mappamondi. Una sala preziosa, le cui pareti sono praticamente rivestite di libri antichi, con un balconcino che, a metà altezza, ne facilita la ricerca. La decorazione è fastosa e aulica, un inno continuo alle Scienze: sulle volte gli strumenti della matematica, tra cui si riconosce un compasso, della geografia e dell'astronomia, della fisica e della chimica e delle scienze naturali; tutte facilmente riconoscibili. Sull'alto portone d'ingresso, lo Stemma dei Savoia è affiancato dalla Verità e dall'Utilità, rappresentate da figure allegoriche, mentre, sull'altro lato, un grande frontone è retto da colonne lignee dipinte, e reca sull'architrave la frase latina Studii Rerum Naturae et Math. Tutto è aulico, tutto esalta le Scienze, il loro studio, il loro fascino, tutto fa pensare a Nati non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza. E a rendere ancora più visibile questa sete di conoscenza, i due grandi, magnifici mappamondi, che danno il nome alla Sala e che da soli varrebbero la visita. Risalgono al Seicento, opera del veneziano Vincenzo Maria Coronelli.
È una Sala da effetto wow, che apre al pubblico per le conferenze dell'Accademia e per i Bibliotour (il calendario delle Biblioteche aperte è su www.turismotorino.org). Non perdetela.
Lo dimentichiamo spesso, ma durante l'anno l'Accademia organizza diversi incontri che promuovono la sua attività e la conoscenza scientifica e che, di passo, ci ricordano che c'è una ragione se il Museo Egizio si trova in un Palazzo chiamato dell'Accademia delle Scienze. Qualche giorno fa ho assistito a una delle conferenze organizzate dall'Accademia e, dopo tanti anni, ho rivisto la Sala dei Mappamondi. Una sala preziosa, le cui pareti sono praticamente rivestite di libri antichi, con un balconcino che, a metà altezza, ne facilita la ricerca. La decorazione è fastosa e aulica, un inno continuo alle Scienze: sulle volte gli strumenti della matematica, tra cui si riconosce un compasso, della geografia e dell'astronomia, della fisica e della chimica e delle scienze naturali; tutte facilmente riconoscibili. Sull'alto portone d'ingresso, lo Stemma dei Savoia è affiancato dalla Verità e dall'Utilità, rappresentate da figure allegoriche, mentre, sull'altro lato, un grande frontone è retto da colonne lignee dipinte, e reca sull'architrave la frase latina Studii Rerum Naturae et Math. Tutto è aulico, tutto esalta le Scienze, il loro studio, il loro fascino, tutto fa pensare a Nati non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza. E a rendere ancora più visibile questa sete di conoscenza, i due grandi, magnifici mappamondi, che danno il nome alla Sala e che da soli varrebbero la visita. Risalgono al Seicento, opera del veneziano Vincenzo Maria Coronelli.
È una Sala da effetto wow, che apre al pubblico per le conferenze dell'Accademia e per i Bibliotour (il calendario delle Biblioteche aperte è su www.turismotorino.org). Non perdetela.
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