Ho saputo dell'
incendio di Notre Dame
di Parigi nei primi minuti, su
Twitter (non sottovalutate mai questo
social, mille volte meglio di tutti gli altri). Si vedeva una piccola
porzione del tetto in fiamme con colonna di fumo altissima; ho
pensato a uno
scherzo a qualche meme idiota per chissà quale
ragione, ma poco dopo ho controllato su repubblica.it e no, non era
uno scherzo. Mi sono sintonizzata su
RaiNews e non l'ho più mollata
fino a notte fonda, fino a dopo che i Pompieri di Parigi hanno
annunciato che
la Cattedrale era salva e preservata nella sua
globalità.
Sono stata a Parigi diversi anni fa, con il
TGV (da
Torino il treno è molto più comodo e cosa no sarà quando entrerà
in funzione la
TAV:
in poco più di tre ore si arriverà da Porta
Susa alla Gare de Lyon, nel cuore della capitale francese). Notre
Dame l'ho visitata al secondo giorno (il primo a Versailles), facendo
l'inevitabile coda (che non ho fatto al Louvre né alla Gare
d'Orsay). Non so perché ci tenessi, tanto da fare la coda, forse le
reminiscenze d'architettura e di letteratura, tra gotico e Quasimodo
(del resto, in quello stesso viaggio, sono andata anche a
Saint Denis
e a
Chartres, per le loro Cattedrali). Fatto sta che ne sono stata
catturata e nei giorni successivi, ogni scusa è stata buona
per
passare nell'Ile de la Cité e salutarla. Sono riuscita a entrare un
paio di volte ancora e
tutte le volte si è ricreata la magia: le
colonne slanciate del gotico, le magnifiche volte a crociera, la
spiritualità intensa che quest'architettura riesce a far respirare, soprattutto,
la statua
dorata di Notre Dame, piccola, in un angolo accanto all'altare, ma
visibile sin dall'ingresso e capace di
tenere incollati tutti gli
sguardi.
Notre Dame è una di quelle chiese che
riuniscono
architettura, arte, storia, cultura, identità. In televisione
dicevano che era come se qui in Italia si fosse incendiato il Duomo
di Milano. No, davvero no. E non solo perché Parigi è la capitale
storica della Francia e Milano non lo è mai stata dell'Italia.
Nessun re è mai stato incoronato a Milano, nessun Napoleone si è
incoronato sotto le sue volte, nessun evento italiano ha avuto nel Duomo di Milano un punto di riferimento, di raccolta di dolore ed emozione
nazionale, come lo ha avuto la Francia in Notre Dame. Mi è
piaciuto quanto ha detto il critico d'arte
Costantino D'Orazio, ieri
sera, a RaiNews, per cui cura il settimanale d'arte
AR (imperdibile
per i gioielli nascosti che rivela):
Notre Dame è stata costruita a
Parigi dall'Europa. Nei cantieri delle grandi cattedrali dell'Ile de
France e dintorni (si pensi anche a Saint Denis, prima cattedrale
gotica francese e prototipo del gotico!), arrivavano
artigiani e
artisti da tutta Europa, in cerca di lavoro, c'era manodopera
attirata dal lavoro fisso, "hanno dato da mangiare a intere
generazioni"; quegli stessi artigiani portavano poi
i loro nuovi
saperi nelle terre d'origine e diffondevano la nuova arte. Ho pensato
a
I pilastri della terra di
Ken Follett, il miglior racconto della
nascita dell'architettura gotica che abbia mai letto: a Saint Denis,
tra gli architetti e gli artigiani in cerca di lavoro o curiosi di
nuova architettura, c'era anche
Jack, che ha poi portato con sé le
tecniche del gotico in Inghilterra.
Siamo sempre stati Europa,
cittadini di un unico continente,
anche quando non lo sapevamo.
Ieri sera, mentre guardavo la
televisione, vedevo quest'incendio che si propagava
con una velocità paurosa (l'impotenza davanti all'ineluttabilità del fuoco!) e confidavo nei pompieri (mai ci saranno sufficienti ringraziamenti per il loro coraggio e la loro determinazione), ho pensato a un'altra tremenda
notte, di trent'anni fa, quando
la Cappella della Sindone è
diventata una torcia e abbiamo rischiato di perderla. La stessa impotenza, lo stesso senso d'identità, davanti a quelle immagini. Anche allora
l'
incendio in una zona sotto restauro. Bisognerà iniziare a pensare
seriamente all'organizzazione dei cantieri di restauro, perché
non
può essere che nel tentativo di tutelare e preservare la storia e
l'arte diventino causa di immani distruzioni.
Oggi, all'alba,
Notre Dame è apparsa ai parigini
senza il tetto, ma con i campanili
e le pareti di pietra salvi; dalle prime immagini dell'interno,
i
danni sono stati meno gravi di quanto si sarebbe potuto temere, le
volte di pietra hanno retto in larga parte, anche se la loro
stabilità andrà ovviamente consolidata. È già partita
la gara
internazionale per la ricostruzione promessa ieri sera dal presidente
Emmauel Macron: la
famiglia Arnault ha già annunciato la
donazione di 200
milioni di euro.
Macron e la sindaca Anne Hidalgo hanno annunciato che
chiameranno a Parigi
i migliori talenti internazionali e che
organizzeranno
una conferenza mondiale per ricostruire Notre
Dame così com'era. La Francia è già in moto, io penso ai lunghi
restauri della Cappella dea Sindone e spero di avere il tempo, in
questa vita, di tornare a Parigi e
poter entrare di nuovo in quella
Cattedrale gotica, restituita in tutta la sua magica atmosfera.
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