La fine dell'anno è sempre occasione per
promesse e progetti da realizzare nell'anno che inizia. Così,
pensando al 2020, ho preparato la mia wish list di
viaggi da fare.
Nessuna grande capitale classica, nessuna spiaggia glamour, ma posti
meno noti e meno frequentati che più attirano la mia curiosità o in
cui mi piacerebbe tornare, per vedere come sono cambiati. L'ordine è
del tutto casuale.
Copenhagen
Copenhagen appartiene alla mia wish list da molti
anni, per la sua vivacità, il suo stile di vita, la sensibilità per
l'ambiente. Il fatto che ci sia un collegamento diretto
dall'aeroporto di Torino la rende ancora più appetibile. Non solo la
Sirenetta, Tivoli o Amalienborg, ma soprattutto il fascino dell'architettura
contemporanea e del design. Dell'architettura, mi interessa la capacità di
innovare senza perdere l'identità (pensate all'inceneritore che è
anche pista da sci o alle innovazioni di Ørestad),
del design ho sempre pensato che un giorno avrei fatto un itinerario
per Copenhagen seguendo la futura regina, la principessa Mary, prima
testimonial di gioielleria, abbigliamento e design danesi (e appena
preparerò quest'itinerario lo condividerò). Ma non è solo
Copenhagen: come non fare un salto a Malmö o a Lund, nella Svezia
che fu danese, attraverso quel gioiello d'ingegneria che è il ponte
Øresund? Come non raggiungere Roskilde, la prima capitale, nella cui
Cattedrale sono sepolti i re danesi e le loro regine e in cui si
trova un prezioso Museo di Navi Vichinghe?
La foto da easyviaggio.com
Lussemburgo
Da marzo 2020, tutti i trasporti
pubblici del Granducato saranno gratuiti. Una bella ragione per
tornare a Lussemburgo e vedere come si è preparata a questa
rivoluzionaria novità. Negli ultimi anni sono state costruite una
via tramviaria, che attraversa la città dalla Stazione Centrale fino
a Kirchberg, il quartiere delle istituzioni europee, e due nuove
stazioni ferroviarie nel fondovalle, a nord e a sud della capitale,
che liberano la Gare Centrale di buona parte del traffico pendolare
(e dalla stazione nord, una funivia porta a Kirchberg, all'altezza di una
delle fermate del tram). Oltre alle infrastrutture, tante le novità
dell'architettura contemporanea (il centro commerciale Infinity Shopping, a Kirchberg, davanti alla bellissima Philarmonie, la sede
della Ferrero a Findel, il MUDAM e il Museo della Città nelle fortificazioni), senza dimenticare i deliziosi scorci di
Grund, nel fondovalle, la fiabesca vista della stessa Grund dalle
fortificazioni, le casematte e il centro storico Patrimonio
dell'Umanità dell'UNESCO. Le stagioni migliori? Tutte: la primavera
e le sue fioriture, l'estate e la sua luce, l'autunno e il suo
foliage su Grund, l'inverno e la neve, ancora fiabesca su Grund.

Amburgo
La
curiosità per Amburgo la devo a Giovanna Malfiori, una delle poche
travel blogger italiane che leggo sempre volentieri, perché sa
scrivere e perché sa coinvolgere nei suoi viaggi. È stato
uno
dei suoi articoli, sul suo blog, emotionrit.it, a destare la mia
curiosità per l'antica capitale anseatica. È stata la sua
descrizione della città portuale trasformata, dai Landungsbrucken a
Speicherstadt, a farmi pensare che non posso perdermela: così la mia
Amburgo sarà prima le grandi trasformazioni in residenze, uffici e
spazi per il tempo libero e per la socializzazione dell'antica città
portuale e poi il centro storico, con il suo passato medievale e
gotico, il Rathaus, la grande Cattedrale di Michel, le vie dello
shopping, tra cui si distingue la Dietmar-Koel-Strasse, l'Alterwall e
il Neuerwall, lungo i canali, fino al grande lago meta delle
passeggiate e del tempo libero degli amburghesi. Una città che
affascina per la sua storia indipendente e la sua autonomia (ancora
oggi, nella Germania unita, è con Berlino l'unica città-stato della
federazione), impossibile resisterle.
La foto da turismo.it
Andalusia
È un ritorno
che mi devo, in una terra che amo quanto la mia e che conosco quasi
quanto la mia. Un ritorno a Siviglia, più sentimentale che
turistico, per confermare che niente è cambiato, anche se la città
si è trasformata, a causa della crisi economica, delle nuove
costruzioni, dei processi che la stanno rendendo troppo turistica e
poco vivibile per gli abitanti (stesse dinamiche in corso a Madrid e
a Barcellona e che le autorità dovrebbero controllare con maggiore
decisione). Siviglia è sopratutto passeggiate senza meta nei suoi
barrios, tra le sue architetture di pareti bianche e balconi di ferro
battuto, di
patios da scoprire mentre da qualche finestra lontana
suona un flamenco, di
tintos de verano da sorseggiare guardando il
Guadalquivir, di viste conosciute e amate dalla Giralda e dalle
setas
di Plaza de la Encarnación, uno degli interventi di architettura
contemporanea più discussi. E non è solo Siviglia, anche in questo
caso: come non correre a Cadice, per vedere l'Oceano? O come non
tornare a rivedere la Mezquita di Cordoba?
Chambéry
È finita per ultima, come spesso capita negli elenchi alle cose che mi affascinano di più.
Anche Chambéry, capoluogo della Savoia, rappresenta un viaggio più
sentimentale che turistico, che ogni torinese si dovrebbe, prima o
poi. È stata la prima capitale del Ducato di Savoia, fino a quando
Emanuele Filiberto ha deciso di spostare gli interessi della sua
dinastia a Torino. Segni del suo passato di capitale, nel Castello e
nella Cattedrale, che ospitò a lungo la Sacra Sindone, prima del suo
trasferimento a Torino. Il suo centro storico parla della comune
origine sabauda, c'è un po' di noi anche nei suoi monumenti, per
questo la curiosità di sapere cosa è stato di lei quando ha perso
il suo ruolo, per consegnarlo a noi. Come si è trasformata, quale il
suo stile di vita, tra edifici aristocratici, viali moderni, caffè
con i tavolini all'aperto. E se immersione nella storia sabauda
dev'essere, doverosa l'escursione all'Abbazia di Altacomba, su una
riva del lago Bourget, a circa mezz'ora da Chambéry, dove riposano i
duchi di Savoia e gli ultimi sovrani d'Italia, Umberto e Maria José.
La foto da france-voyage.com
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