Da ragazzina, per scelte professionali
di mio padre, ho vissuto per
nove anni nel Molise, a Campobasso,
dalla terza elementare alla prima liceo classico. Tanti ricordi sono legati a quegli anni, persino il
tifo per il Torino lo devo a Campobasso, a un compagno di terza
elementare, juventino accesissimo, che al sentirmi dire casualmente
che ero del Toro, rispose "che schifo". Quando sento dire
che
il Molise non esiste, sorrido e penso quanto sia necessario
viaggiare di più nel nostro bellissimo Paese, per conoscerne
i
piccoli gioielli sconosciuti,
come ha fatto il New York Times, che ha
inserito il Molise al
37° posto tra i 52 da visitare nel 2020. Qui
una piccola guida tra le cose che amo del Molise e quelle che farò,
quando tornerò a visitarlo.
L'eredità romana
Una delle
prime cose che i molisani vi diranno è che sono i discendenti dei
Sanniti, ovvero di quel popolo che costrinse i Romani, sconfitti,
all'umiliazione del giogo, prima di pagarne poi pegno con la durezza
che usavano i romani dopo le vittorie su chi li aveva umiliati. E in
tutta la regione, l'archeologia mescola continuamente il Sannio e
Roma: la "Pompei" locale è
Saepinum, nei pressi di Sepino,
non lontano da Campobasso. Ai piedi del Matese, questo piccolo e
suggestivo villaggio romano si mescola con la città moderna, a
sottolineare la continuità della storia: ci sono pietre romane nelle
murature visibili delle case, ci sono un prezioso teatro, circondato
da abitazioni, un foro, alcune tombe fuori dalle mura cittadine, il
cardo e il decumano ancora leggibili. Ma non è l'unica eredità
antica: un itinerario alla ricerca del Sannio e di Roma dovrebbe comprendere lo
spettacolare teatro di Pietrabbondante, affacciato sulla valle del
Trigno, o l'anfiteatro di Venafro, laddove il Molise si infila tra
Lazio e Campania, di cui rimangono le fondamenta e la forma circolare
delle case intorno, come una piazza Navona molisana (pare che nei
secoli successivi alla caduta di Roma, l'anfiteatro fosse usato come
magazzino dai contadini, nel Molise è così, le epoche si succedono
nella continuità).
La foto del foro di
Saepinum, da wikipedia
Gli itinerari romanici
Il Molise
conserva, incredibilmente, una ricca serie di chiese romaniche. Tra
le prime da citare, quelle di Campobasso, il capoluogo, che possiede un centro storico medievale, appeso alla collina dominata dal
Castello Monforte: la chiesa di San Giorgio, la più antica della
città, ha un'architettura semplice, con i primi tentativi medievali
di distinguere la navata centrale da quelle laterali anche in
facciata, attraverso due pilastri dotati di capitello; anche la
facciata di San Bartolomeo presenta tentativi del genere, con
un'enfasi maggiore della navata centrale. Una delle escursioni più
facili da Campobasso è quella alla chiesa di Santa Maria della
Strada, a Matrice, con facciata dotata di pseudo protiro, tetto
ligneo e struttura solidamente romanica, con tre absidi a terminare
le tre navate; le sue origini, forse longobarde, sono avvolte nel
mistero (qui
un
articolo che cerca di fare chiarezza); oltre alla bellezza della
chiesa, l'incanto della natura che la circonda. La natura circonda
anche Santa Maria del Canneto, annunciata dal suo solido campanile
quadrato, con influenze normanne e pugliesi nella sua architettura.
Perché questo è il Molise, una terra remota, in cui storia e popoli
si mescolano regalando cultura in scenari naturali di grande fascino.
La foto di Santa Maria di Canneto,
dal sito ufficiale.
Termoli e il mare
Campobasso
dista dal mare poco meno di un'ora, per noi, che avevamo il Mar
Ligure a quasi due ore, era un invito ad andarci spessissimo. Se
Campobasso era isolata sulle sue montagne, Termoli era la cittadina
crocevia di strade e incontri: ancora oggi è l'unica fermata molisana per i treni
che corrono sul versante adriatico, l'unica uscita molisana dell'autostrada.
La città storica si trova su un piccolo promontorio, che protegge la
spiaggia di sabbia bianca e fine da un lato e il porto dall'altro.
All'interno, viuzze con scorci sul mare, la Cattedrale romanica di
Santa Maria della Purificazione, il profumo del mare Adriatico che
arriva con la brezza e, da non perdere, la passeggiata lungo le mura,
da cui, nelle giornate più chiare, si può intravedere il profilo
delle isole Tremiti. A dominare il borgo antico di Termoli, il solido
Castello Svevo, costruito da Federico II e oggi sede delle mostre
temporanee più importanti. La spiaggia prediletta dai campobassani è
quella di Campomarino, ma quelle più incontaminate, ancora oggi più
selvagge, nonostante l'arrivo del turismo, sono quelle di Petacciato,
lungo l'Adriatica che porta verso San Salvo e Vasto, già
nell'Abruzzo. Tra canneti e palme, il Molise che cerca equilibrio tra
turismo di massa e natura selvaggia.
La foto di Termoli, da wikipedia
Il Matese e le
montagne
Una delle cose più difficili di Campobasso a cui
abituarsi, per un torinese, sono le discese ardite e le risalite. E
tutta la regione, in larga parte collinosa e montagnosa, è così. Il
che offre anche panorami di grande bellezza. Come sul Matese, la
catena montuosa che domina la piccola pianura di Bojano, a pochi km
da Campobasso. Meta prediletta dei campobassani è Campitello Matese,
che d'inverno è una rinomata stazione sciistica e nella bella
stagione offre numerosi itinerari naturalistici e aree attrezzate per
i picnic per gli amanti del trekking. Il Molise è una delle regioni più incontaminate d'Italia,
con una grande ricchezza paesaggistica e ne sta facendo tesoro. Non
perdetevi i suoi parchi, che offrono numerose attività per i
turisti, dall'Oasi WWF di Guardiaregia Campochiaro, in cui ci sono
spettacoli come il Canyon del Quirino, la Cascata di San Nicola o il
Cul di Boye, uno degli abissi più profondi d'Europa, o l'Oasi Lipu
di Casacalenda, nella cui area, oltre a un grandioso bosco di querce
e a numerose specie di fiori appenninici, si trova anche
l'accampamento di Gerione di Annibale. E quando tornerò, non mi
perderò il Parco Regionale agricolo storico dell'Olivo, a Venafro,
dove si trovano alcuni degli ulivi più antichi d'Italia, piantati
dai romani, né le attività e le escursioni di
Molise Avventura, che valorizzano storia, paesaggio e natura di questa regione
La foto, dalla splendida gallery di
www.campitellomatese.org.
La gastronomia
Una regione di riti antichi
come la transumanza, prevalentemente agricola e sostanzialmente
isolata, non poteva non sviluppare una ricca gastronomia di prodotti
originali e artigianali. Nel Molise, latticini e salumi sono prodotti
da non perdere: le migliori mozzarelle sono quelle di Bojano, poi ci
sono i caciocavalli di Casacalenda e Agnone, il pecorino di
Capracotta, le scamorze, davvero una grande varietà, grazie ai
pastori del Molise (provate i caciocavalli di Agnone grigliati!). Le
soppressate e il capocollo sono tra i migliori che si possano
mangiare, di produzione artigianale che mescola volentieri gli aromi
alla carne del maiale da insaccare. Stretto tra mare e montagne,
offre piatti dei pescatori (
U bredette a Termoli, un saporito brodo
di pesci "poveri"), intense zuppe agricole, con il farro e
i fagioli come prodotti principe, poi i cavatelli, una pasta fatta a
mano da condire con il ragù, gli spaghetti alla chitarra condivisi
con il vicino Abruzzo e a volte conditi con il tartufo, di cui il
Molise è uno dei maggiori produttori nazionali (ebbene sì, il
Molise come le Langhe!). Non si possono dimenticare l'olio, vero vanto
regionale, e il vino, con rossi e bianchi che iniziano il loro
cammino verso la notorietà nazionale. E poi ci sono i mustaccioli, vero must al cioccolato, che quando vivevo a Campobasso valevano le code che costavano, nelle pasticcerie cittadine.
La foto dei cavatelli molisani, da gamberorosso.it
Se un molisano passasse
da queste parti, sì, lo so,
non ho citato Campobasso, né il
Santuario di Castelpetroso, a cui mi legano ricordi bellissimi, né
la Transiberiana, il trenino che collega l'Abruzzo a Isernia: tante,
troppe cose per una regione che "non esiste": avrò modo di
parlarne in futuro, non è questo l'unico articolo che dedico al mio
Molise.
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