Giornata 9 della lunga quarantena che
ci aspetta, con sole due uscite per la spesa nei vicini supermercati.
Ho la fortuna di poter vedere
dalla finestra un bel panorama di
Torino: la collina, la Mole Antonelliana, le cupole barocche, il
campanile del Duomo, la Torre Littoria e poi, via via, il grattacielo
Intesa Sanpaolo, il campanile Faa' di Bruno, il Monviso, la Valle di
Susa. Un bel panorama: non ci si può mai alzare arrabbiati alla
mattina, perché
apri la persiana e hai il Monviso e la Mole davanti.
10 giorni di quarantena, e chissà quanti ancora ne toccheranno
(qualcuno crede davvero che sarà finita il 3 aprile? No, il virus ci
ha rubato la primavera, se ne usciremo alla fine di maggio, in tempo
per l'estate, sarà una grande fortuna), fanno pensare a tante cose,
al senso della libertà e del tempo e all'uso che ne facciamo.
Fanno
anche pensare a
questa strana sensazione di avere davanti la propria
città senza averla davvero. Come sta la Mole Antonelliana? Cosa
starà succedendo in piazza Castello? Come sarà percorrere via Po e
finire davanti alla Gran Madre adesso che iniziano i bei tepori della
primavera? E come sarà vedere i colori dei fiori del Parco del
Valentino, andare in bicicletta fino alla Pellerina o fare una
passeggiata fino al Mausoleo della Bela Rosin, mentre il Monviso
appare di tanto in tanto da dietro agli alberi? E allora partono
i
programmi e i progetti: non appena tutto questo finirà,
mi
riprenderò Torino. Lo avete pensato anche voi? Credo di sì e so già
che
i primi giorni di libertà saranno come le notti delle Olimpiadi
del 2006, con tanta gente in giro a dirsi ma quanto è bella Torino!
Piazza Castello
Non pensavo potesse mancarmi tanto, il cuore
della mia città, l'essenza stessa della sua storia. Palazzo Madama,
Palazzo Reale, la chiesa di San Lorenzo, la Biblioteca Reale.
Prometto di tornare a vedere ognuno di voi, con più attenzione e più
amore che mai perché mai avrei pensato che avreste smesso di essere
parte del mio quotidiano. Guardare i vostri tetti e pensare chissà
come stanno, non è follia da quarantena, penso sia proprio amore.
Il Po
Questa cosa è dentro di me: percorrere tutta via Po, riempirmi
dell'apertura di piazza Vittorio Veneto, guardando la Gran Madre, e
poi prendere la riva del Po, fino al Valentino e percorrerla tutta,
fino al Borgo Medievale, godendomi la luce primaverile, che ricorda a
questa città le latitudini mediterranee, i colori dei fiori che
spuntano da aiuole e alberi, e la vita che scorre sul Po. Le canoe, i
pescatori, i bambini, i rami che scendono verso le acque del
fiume.
Mirafiori Sud
Il quartiere in cui sono cresciuta e che
vive in questi giorni nei racconti di parenti e amici che sono sempre lì. Il viale di via Plava, che adesso inizierà a essere
verde di gemme e prime foglioline, il Mausoleo della Bela Rosin e il
Parco del Sangone che è sempre stato uno dei poi della mia vita ed è
ora che diventi un adesso, il Parco Colonnetti, che è sempre stato
un posto da attraversare per arrivare più velocemente dall'altra
parte. L'attenzione ai dettagli.
Gli autobus
Sono parte della mia vita quotidiana da
sempre, li usavo per andare al liceo e all'Università, li uso per
raggiungere il centro, le conferenze stampa, gli appuntamenti di
lavoro. Li vedo passare nelle vie sotto casa, ogni volta che mi
avvicino alla finestra, tanto che penso tutte le volte, ma passassero
con questa frequenza quando li aspetto alla fermata! Sì, ho pure
voglia di arrabbiarmi perché non arrivano mai in tempo. Il gusto con
cui salirò di nuovo sul pullman!
La Mole Antonelliana
La vedo
tutti i giorni dalla finestra, slanciata punta verso il cielo di
Torino ed è a lei che chiedo tutti i giorni come sta. Non appena
tutto questo sarà finito, volerò a salutarla, lei, il simbolo di
Torino, che più di tutti mi ha fatto compagnia in questi giorni di
quarantena, perché mi basta alzare lo sguardo, come adesso, per
vederla. Lei è Torino, è l'essenza, l'amore, la nostalgia per la
città: sono anni che non vengo a trovarti, cara Mole, è
imperdonabile. Da piazza Castello è sempre un attimo arrivare a te.
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