Apertura a sorpresa, per ora senza
inaugurazione, dell'area Valdocco Nord del Parco Dora, ovvero
dell'area compresa tra la riva settentrionale
della Dora e corso Mortara. La sua sistemazione assomiglia a quella
della riva meridionale: un'ampia passeggiata lungo il fiume, da
percorrere a piedi o in bicicletta e grandi spazi quadrilateri a
prato, in cui sono stati messi a dimora ordinatamente piante di
diversa specie. Poi panchine di legno o di pietra per fermarsi a
godere del panorama, del silenzio, della Torino ottocentesca di corso
Principe Oddone e di quella olimpica, nata nel nuovo secolo.

A movimentare questo lato del parco,
una piccola collina artificiale, da cui si ha una bella vista
generale sul verde, sul ponte Carpanini e le sue V svettanti, sulle
Alpi Cozie, che chiudono l'orizzonte. Si guarda questo panorama di
prati e di piante e viene facile da pensare, wow, una volta qui erano
tutte industrie. Il cambiamento lascia senza fiato. Non solo non ci
sono più le industrie, ma le antiche vestigia hanno facilmente
assunto nuova funzione: accanto alla collinetta artificiale, solo
sull'altro lato di corso Mortara, c'è l'ex SNOS, in cui si
costruivano i vagoni dei treni e in cui adesso c'è un centro
commerciale, convertito, dal prossimo autunno (se non ci saranno
nuovi imprevisti a rimandarne l'inaugurazione), in nuovo polo del
cibo, mentre più a ovest, attraversata via Livorno, c'è l'antico
capannone delle Fonderie della Fiat diventato adesso elegante
copertura di campi sportivi e di attrezzature per lo skateboard.

Le
due rive della Dora sono unite da un'ampia passerella, quello che
rimane della grande soletta di cemento armato voluta dalla Fiat per
coprire la Dora e unire le proprie industrie, sui due lati del fiume.
La cosiddetta stombatura della Dora è stato uno dei punti dolenti di
questo Parco post-industriale, ne ha ritardato per anni la
realizzazione e, adesso che il fiume è tornato alla luce, ci si è
dimenticati come era allora, quando qui era tutta una enorme tavola
di cemento, da corso Principe Oddone a via Livorno, e ci si
meravigliava che la vegetazione fosse riuscita a fiorire anche in un
terreno così inospitale. Chissà se memori della forza di quelle
piante, oggi la passerella ospita prati e piccoli arbusti. Anche
lungo la ringhiera da cui si affaccia sulla Dora, sono state messe a
dimora piccole piante, alcune rampicanti; sarà bello vedere il loro
effetto, mano a mano che cresceranno.
Ed è su questa passerella, unico elemento della soletta che fu, che spicca un totem, memoria del passato dell'area. Appartiene alla serie di punti informativi realizzati nel Parco per ricordare le fabbriche che ha sostituito, nell'ambito del Museo chiamato, non si capisce perché in inglese, Iron Valley, Valle del Ferro (qui c'erano le fabbriche siderurgiche torinesi). Si fermano ragazzi e curiosi a leggerlo, magari increduli, perché davvero si fa fatica a ricordare tante fabbriche, in questi spazi verdi (e io sì li ho visti, quegli stabilimenti, e ricordo il cavalcavia di corso Mortara, che passava quasi sopra la SNOS e sfilava tra le fabbriche della Fiat, prima di scendere di nuovo sul livello stradale!). Di notte, il totem è reso visibile da una lunga striscia luminosa laterale e verticale, unica luce sulla passerella.

Per adesso si passeggia in questa nuova
porzione del Parco, si calcola come la sua apertura riduca di circa
10 minuti le passeggiate verso il centro, perché l'attraversamento
della passerella porta rapidamente verso corso Principe Oddone e
verso piazza Statuto, si gode delle viste, delle atmosfere
rilassanti, delle famiglie che passeggiano alla scoperta di tutte le
novità, dei ragazzini che passano in bicicletta e ti danno la
precedenza, perché quando tutto è nuovo e da scoprire, tutti sono
più gentili e più aperti verso gli altri. Manca solo, per
completare il Parco, con quasi 15 anni di ritardo, tutto sia detto,
la Stazione Dora sotterranea, che immetterebbe tutto il bacino che
gravita intorno al Parco Dora, a piazza Baldissera e al Parco Pecci,
nel passante ferroviario. Se n'è già parlato tante volte in questo
blog. Stavolta voglio solo dire che il posto per l'ingresso alla
Stazione c'è, è visibile nell'angolo che l'Area Valdocco Nord forma
con piazza Baldissera: speriamo non passino altri 15 anni per vedere
finalmente la postazione di scale mobili e ascensori che portano giù,
ai treni.
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