Ieri è iniziato a Trieste
il Festiva del Cinema Ibero-Latino Americano e, se non fosse stato
per questioni personali, sarei anche io lì, insieme al resto dello
staff, a godermi il clima internazionale del Festival, a parlare
spagnolo e a muovermi nella città giuliana, una delle più belle
d'Italia. Mi mancheranno tante cose di Trieste, soprattutto mi
mancherà non conoscere la nuova sede del Festival, nel Porto
Vecchio. Proprio ieri, pensando all'operazione di rigenerazione urbana che implica, ho letto diversi testi sul Porto Vecchio triestino,
costruito dall'Impero asburgico nella città che era il suo naturale
sbocco nel Mediterraneo e per questo simile più ai porti dell'Europa
settentrionale che a quelli italiani (per architetture e concezione
di magazzini e uffici, il modello di riferimento sono più Amburgo e
Rotterdam che Genova o Barcellona, insomma). Per superare la
nostalgia ho deciso di scrivere questo post. Cinque cose da fare a
Trieste.
1 Arrivare con il treno
Trieste è la città che ha
il miglior arrivo che abbia mai visto. Da dopo Duino, scendendo verso
sud, la ferrovia corre lungo la costa: la macchia mediterranea, il
mare quasi a strapiombo, l'emozione intensa del Castello di Miramare
che appare e scompare sin da lontano, annunciando la città, mentre
all'orizzonte si profilano le colline, sotto le quali c'è Trieste. È
un crescendo di emozioni, che questa città regala sin dall'inizio,
insieme al suo legame strettissimo con il mare e con l'entroterra,
che la storia le ha strappato e l'Europa unita (forse) restituito. Se
potete, l'arrivo in treno vale la pena, sempre.
2 Una passeggiata
sul Molto Audace
Questo è il mio vero must triestino. Non potete
dire di essere stati a Trieste se non avete fatto una passeggiata su
questo molo, davanti a piazza Unità d'Italia, una delle piazze più
belle del nostro Paese (è nella mia triade, con piazza San Carlo a
Torino e piazza Navona a Roma), e a chiusura del Porto Vecchio. Una
domenica mattina, il primo giorno senza bora, poche cose sono più
emozionanti di una passeggiata su questo molto carico di storia, con
il Castello di Miramare davanti e, se si è fortunati, anche le Alpi
Giulie a chiudere l'orizzonte, avendo alle spalle piazza Unità
d'Italia e il profilo asburgico della città storica.
3 Collina
di San Giusto
Trieste non è sorta sul mare, ma sulla collina di
San Giusto, che domina il mare sottostante. Ci sono ancora i resti del
foro romano, accanto alla chiesa medievale e al Castello di San
Giusto. È un posto strano, senza un legame architettonico evidente
(ragiono da torinese, cresciuta nel filo che lega
l'architettura del centro storico), ma regala belle
emozioni: lungo la strada che scende verso la città, affacciatevi a
guardare il mare, con la sintesi della storia triestina alle spalle.
E per salire, non rinunciate alla via della Cattedrale, una salita non
troppo ripida, che regala la bellissima vista della facciata
romanica di San Giusto.
4 Castello di MiramareQuesto è uno
dei
must inevitabili. Si può andare a Trieste senza conoscere il
teatro di una delle storie più romantiche e più tragiche
dell'Ottocento? Costruito per l'arciduca Massimiliano d'Austria,
fratello cadetto dell'imperatore Francesco Giuseppe, è un manifesto
del suo gusto elegante e della sua passione per il mare. Qui visse
felicemente con la moglie Carlotta del Belgio, fino all'avventura
messicana, e qui attraccò il suo feretro, diretto verso Vienna. Il
Parco, il molo con la Sfinge che vide partire e tornare i principi,
gli scorci del castello, Trieste all'orizzonte, tutto regala una
dolce malinconia, tutta da provare.
5 Il caffè in un caffè
storico
Non bevo caffè, ma alla colazione nei caffè storici non ho mai rinunciato. Il più famoso, il Caffè degli Specchi, è in piazza Unità d'Italia, il mio preferito è il Theresia, poco
distante lì, affacciato su piazza della Borsa. Una tazza di latte,
un croissant o una fetta della locale torta Sacher e
Il Piccolo messo
a disposizione dei clienti, sono un must per sentirsi un po'
triestini, sbirciando fuori dall'ampia vetrata. Un altro caffè che
ho molto amato è Stella Polare, lungo il Canal Grande, ma questo, a
parte i sapori della sua pasticceria, per una bella chiacchierata su
quanto conti il confine nello stato d'animo e quanto sia difficile
tutto, se l'Italia inizia da Venezia.
Ovviamente ci sono tante
altre cose da fare a Trieste, dalle passeggiate per inoltrarsi nelle vie commerciali, intorno a via Giosuè Carducci fino al bel viale pedonale di via XX settembre, alle escursioni sull'altopiano del Carso, a
pochi minuti di distanza, o in barca fino a Muggia, per ammirare
tutto il Golfo; dalle passeggiate in collina alla scoperta dei resti
romani alla visita alla Risiera di San Sabba, doverosa per non
dimenticare mai le vette di disumanità raggiunte da fascismo e nazismo (qui venivano smistati gli ebrei per
essere inviati nei campi di concentramento e qui ci fu l'unico forno crematorio italiano), ma
impossibile per me per la violenza emotiva che implica. E poi
un'emozione che non so se augurare, ma vale davvero la pena, è
Trieste con la bora. Nei miei quattro anni al Festival del Cinema
Ibero Latino-Americano, Trieste è sempre stata diversa: il primo
anno ho concluso il soggiorno con tre giorni di bora, il secondo anno
l'ho iniziato con l'acqua alta che ha invaso il Molo Audace, le Rive,
il Canal Grande e piazza Unità d'Italia (in entrambe le occasioni mi
sono dovuta rifare praticamente il guardaroba in corsa), il terzo
anno c'è stato il lockdown, chissà cosa riserva il bellissimo
capoluogo del Friuli Venezia Giulia ai miei compagni d'avventura,
quest'anno.
PS E, comunque, sappiate che se non siete a Trieste,
ma siete appassionati di cinema e di cultura latinoamericana, potete
vedere molti film in programma anche online. Questo è il link
per la lista dei film online e le modalità per vederli!
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