A Roma, c'è un incrocio, quello tra
via delle Quattro Fontane e via Venti Settembre, in cui si possono
vedere, al fondo delle vie, a chiudere la fuga prospettica, tre degli
obelischi più importanti della città, quelli di Trinità dei Monti,
del Quirinale e di Santa Maria Maggiore e, al fondo di via Venti
Settembre, sul lato opposto al Quirinale, Porta Pia. Mi è venuto in
mente al leggere che c'è stato un tempo in cui a Torino, in piazza Castello, alla base del Monumento all'Alfiere dell'Esercito Sardo, davanti a Palazzo Madama, c'era una pietra da cui si poteva vedere il verde di campagna e giardini in quattro direzioni.
Fino alla riqualificazione di piazza Castello, il monumento all'Alfiere Sardo era leggermente più avanti, più vicino a via Garibaldi che a Palazzo Madama. Era esattamente di fronte a via Garibaldi, come oggi, e sull'asse che unisce Palazzo Reale e via Roma. Così, da una pietra posta alla sua base, si poteva vedere la campagna verso le Alpi, al fondo di via Garibaldi; in direzione di Palazzo Reale, quando era aperto il portone, si vedevano i Giardini Reali; sull'altro lato, verso l'attuale via Roma, si poteva vedere, oltre la Porta Nuova, la campagna che si apriva verso il sud. C'era poi un punto oggi non più apprezzabile, e per questo ancora più suggestivo e curioso: guardando verso Est, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, lo sguardo passava all'interno di Palazzo Madama, attraverso il passaggio che era stato creato per attraversare rapidamente la piazza, e poteva arrivare fino a via Verdi e alla collina che chiudeva l'orizzonte (pensate cosa doveva essere, da una parte si guardavano via Garibaldi e le Alpi, dall'altra, incorniciate da Palazzo Madama, via Verdi e la collina).
Dal centro di piazza Castello, lo sguardo verso Palazzo Reale (sin) e verso Palazzo Madama (des)
È un punto speciale di piazza Castello che abbiamo perso (ma se vi mettete all'altezza delle attuali quattro fontane davanti alla facciata barocca di Palazzo Madama, potete recuperarlo in parte), ma racconta ancora adesso di quanto fosse speciale non solo il rapporto della città con il verde, ma anche la cura scenografica degli assi visuali. Torino, studiata per essere scenografia perfetta della sua dinastia.
Le foto sono tratte da Google Street View, non appena possibile, le pubblicherò scattate da me; danno un'idea di come si vede la città oggi: sono cambiati gli edifici e le dimensioni; al fondo di via Roma non c'è più la Porta Nova, ma la stazione che ne prende il nome; la lunga Contrada di Dora Grossa, diventata via Garibaldi è ancora più lunga, non ha più la campagna, ma ci sono sempre le Alpi, a chiudere l'orizzonte, tutte le volte che sono visibili da Torino; il grande portone centrale di Palazzo Madama è adesso nascosto dalla Statua all'Alfiere dell'Esercito Sardo, spostata più indietro, per lasciare il posto alle quattro fontane (e in ogni caso, all'essere stato chiuso il passaggio interno di Palazzo Madama, non è più possibile vedere via Verdi).
Dal centro di piazza Castello, lo sguardo verso via Roma (sin) e verso via Garibaldi (des)
Fino alla riqualificazione di piazza Castello, il monumento all'Alfiere Sardo era leggermente più avanti, più vicino a via Garibaldi che a Palazzo Madama. Era esattamente di fronte a via Garibaldi, come oggi, e sull'asse che unisce Palazzo Reale e via Roma. Così, da una pietra posta alla sua base, si poteva vedere la campagna verso le Alpi, al fondo di via Garibaldi; in direzione di Palazzo Reale, quando era aperto il portone, si vedevano i Giardini Reali; sull'altro lato, verso l'attuale via Roma, si poteva vedere, oltre la Porta Nuova, la campagna che si apriva verso il sud. C'era poi un punto oggi non più apprezzabile, e per questo ancora più suggestivo e curioso: guardando verso Est, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, lo sguardo passava all'interno di Palazzo Madama, attraverso il passaggio che era stato creato per attraversare rapidamente la piazza, e poteva arrivare fino a via Verdi e alla collina che chiudeva l'orizzonte (pensate cosa doveva essere, da una parte si guardavano via Garibaldi e le Alpi, dall'altra, incorniciate da Palazzo Madama, via Verdi e la collina).
Dal centro di piazza Castello, lo sguardo verso Palazzo Reale (sin) e verso Palazzo Madama (des)
È un punto speciale di piazza Castello che abbiamo perso (ma se vi mettete all'altezza delle attuali quattro fontane davanti alla facciata barocca di Palazzo Madama, potete recuperarlo in parte), ma racconta ancora adesso di quanto fosse speciale non solo il rapporto della città con il verde, ma anche la cura scenografica degli assi visuali. Torino, studiata per essere scenografia perfetta della sua dinastia.
Le foto sono tratte da Google Street View, non appena possibile, le pubblicherò scattate da me; danno un'idea di come si vede la città oggi: sono cambiati gli edifici e le dimensioni; al fondo di via Roma non c'è più la Porta Nova, ma la stazione che ne prende il nome; la lunga Contrada di Dora Grossa, diventata via Garibaldi è ancora più lunga, non ha più la campagna, ma ci sono sempre le Alpi, a chiudere l'orizzonte, tutte le volte che sono visibili da Torino; il grande portone centrale di Palazzo Madama è adesso nascosto dalla Statua all'Alfiere dell'Esercito Sardo, spostata più indietro, per lasciare il posto alle quattro fontane (e in ogni caso, all'essere stato chiuso il passaggio interno di Palazzo Madama, non è più possibile vedere via Verdi).
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