Un appartamento su due piani, con vista
sullo storico Parco della Tesoriera, una coppia
con due bambine e un progetto che l'architetta Francesca Diano ha
amato molto, sia per il rapporto con i clienti che per le sfide
professionali che ha implicato. "L'impianto originario era
quello classico: corridoio centrale, con due stanze affacciate su ognuno dei lati lunghi e chiuso dalla scala
che portava al piano superiore, una soffitta resa abitabile dai
precedenti proprietari". Tra le esigenze della coppia, anche una stanza per
gli ospiti confortevole, una zona studio e una zona living, fluida
con la cucina.
Il progetto di ristrutturazione ha inteso portare la zona living verso il lato del Parco della Tesoriera, che ha una bella luce e una bella vista. "Fatta questa scelta, mi sono trovata davanti il grande problema di dove mettere i servizi e il bagno. Un altro desiderio della cliente era l'uso di carta da parati. A questo aggiungiamo che io amo le zone scure, trovo cioè contraddittorio cercare di portare luce nelle zone più buie. La parte centrale dell'appartamento era ovviamente quella più buia, quindi ho disegnato un corpo centrale in cui inserire tutti i servizi che non hanno bisogno di luce, ovvero un bagno, la lavanderia. Ho scelto che la parte esterna della scatola fosse rivestita in carta da parati, come richiedeva la cliente, e la parte interna avesse colori scuri, a sottolineare il fatto che era nella parte buia. Di lì ho iniziato a lavorare con le geometrie, una delle mie passioni".
A guidare il progetto di questa ristrutturazione, spiega Francesca Diano, è stata l'idea geometrica di una scatola, che apri e trovi sorprese: "La zona dell'ingresso, dei servizi e della scala sono per me come cubetti che si aprono e che lasciano qualcosa. Ci sono i controsoffitti arretrati, con le strisce verticali dell'illuminazione, per dare un'idea di scatola che si infila nell'altra". Per questioni di tubature e scarichi, la zona dei servizi è stata anche rialzata con un gradino, che dà due diverse quote: l'ingresso e lo studio sono alla quota originaria, la cucina e il resto della casa sul gradino rialzato "i soffitti alti lo permettevano". Questa scelta permette anche di delimitare bene l'ingresso, perché "non amo né trovo funzionali gli ingressi diretti sulla zona living, dato che ti trovi poi tutto sempre in giro e non hai uno stacco. Penso sia bello avere un racconto della tua casa, che sia come una scoperta, entri e devi guardarti intorno per capire come muoverti. In questo senso, mi piace che in questo appartamento si entri e ci si trovi davanti il muro con la carta da parati, che obbliga a girare lo sguardo e scoprire come muoverti".
La cucina è nella zona più luminosa, una scelta della padrona di casa, che ama cucinare, e, giustamente, voleva farlo davanti alla spettacolare vista sul parco. "Immaginando sempre le scatole che si aprono e si sovrappongono e, data la sua passione per la cucina, le ho proposto di immaginarla come un portagioie, il contrario di quello che avviene nel blocco dei servizi, la cui scatola è decorata all'esterno e scura all'interno. Quindi è tutta decorata dalle piastrelle, ha il controsoffitto grigio, che crea una divisione visiva con la zona pranzo.
Gli azulejos, una passione della padrona di casa, sono sui toni del grigio, sia sulle pareti che sul pavimento, mentre nei bagni del piano superiore, dove sono state sistemate la camera da letto matrimoniale e quella delle bambine, con rispettivi bagni e cabine armadio, ci sono le stesse piastrelle sui toni del beige in quello matrimoniale e sui toni del blu in quello delle bambine". Nel soggiorno, c'è una stufa, voluta dalla padrona di casa, per reminiscenze della sua vita valdostana: "Voleva il fuoco in casa, siccome fare un camino era complesso per via della canna fumaria, ha optato per la stufa, che quando è accesa dà un bell'effetto".
La grande sfida di questo progetto è stata la scala tra i due piani: "In precedenza c'era una scala a chiocciola in uno spazio molto piccolo e i committenti non volevano fare lavori strutturali, per cui ho disegnato una scala di fatto a chiocciola, ma a pianta rettangolare, con i gradini che si allargano nella parte bassa e in quella alta, mentre nella parte centrale rimangono della stessa larghezza. Sono gradini in ferro verniciato a polvere, formati da una lamiera piegata a L e saldati tra di loro; sono poi saldati al piatto centrale, formato da due piatti accorpati, tra i quali si infila il gradino. Dietro alle due pareti, quella con la carta da parati e quella dipinta in grigio scuro, c'è una sottostruttura metallica a cui è saldata la scala, i cui gradini così non vibrano. Nella parte alta, il piatto centrale diventa mancorrente". Un lavoro complesso e sofisticato, che ha evitato i lavori strutturali e che a Francesca Diano è costato molto studio: "Devi sempre trovare un compromesso tra estetica, funzionalità e costi".
Il risultato, una casa dai toni caldi, che gioca su luminosità e colori e che raggiunge quell'effetto scoperta dentro ogni scatola, caro al concept iniziale di Francesca Diano.
Il progetto di ristrutturazione ha inteso portare la zona living verso il lato del Parco della Tesoriera, che ha una bella luce e una bella vista. "Fatta questa scelta, mi sono trovata davanti il grande problema di dove mettere i servizi e il bagno. Un altro desiderio della cliente era l'uso di carta da parati. A questo aggiungiamo che io amo le zone scure, trovo cioè contraddittorio cercare di portare luce nelle zone più buie. La parte centrale dell'appartamento era ovviamente quella più buia, quindi ho disegnato un corpo centrale in cui inserire tutti i servizi che non hanno bisogno di luce, ovvero un bagno, la lavanderia. Ho scelto che la parte esterna della scatola fosse rivestita in carta da parati, come richiedeva la cliente, e la parte interna avesse colori scuri, a sottolineare il fatto che era nella parte buia. Di lì ho iniziato a lavorare con le geometrie, una delle mie passioni".
A guidare il progetto di questa ristrutturazione, spiega Francesca Diano, è stata l'idea geometrica di una scatola, che apri e trovi sorprese: "La zona dell'ingresso, dei servizi e della scala sono per me come cubetti che si aprono e che lasciano qualcosa. Ci sono i controsoffitti arretrati, con le strisce verticali dell'illuminazione, per dare un'idea di scatola che si infila nell'altra". Per questioni di tubature e scarichi, la zona dei servizi è stata anche rialzata con un gradino, che dà due diverse quote: l'ingresso e lo studio sono alla quota originaria, la cucina e il resto della casa sul gradino rialzato "i soffitti alti lo permettevano". Questa scelta permette anche di delimitare bene l'ingresso, perché "non amo né trovo funzionali gli ingressi diretti sulla zona living, dato che ti trovi poi tutto sempre in giro e non hai uno stacco. Penso sia bello avere un racconto della tua casa, che sia come una scoperta, entri e devi guardarti intorno per capire come muoverti. In questo senso, mi piace che in questo appartamento si entri e ci si trovi davanti il muro con la carta da parati, che obbliga a girare lo sguardo e scoprire come muoverti".
La cucina è nella zona più luminosa, una scelta della padrona di casa, che ama cucinare, e, giustamente, voleva farlo davanti alla spettacolare vista sul parco. "Immaginando sempre le scatole che si aprono e si sovrappongono e, data la sua passione per la cucina, le ho proposto di immaginarla come un portagioie, il contrario di quello che avviene nel blocco dei servizi, la cui scatola è decorata all'esterno e scura all'interno. Quindi è tutta decorata dalle piastrelle, ha il controsoffitto grigio, che crea una divisione visiva con la zona pranzo.
Gli azulejos, una passione della padrona di casa, sono sui toni del grigio, sia sulle pareti che sul pavimento, mentre nei bagni del piano superiore, dove sono state sistemate la camera da letto matrimoniale e quella delle bambine, con rispettivi bagni e cabine armadio, ci sono le stesse piastrelle sui toni del beige in quello matrimoniale e sui toni del blu in quello delle bambine". Nel soggiorno, c'è una stufa, voluta dalla padrona di casa, per reminiscenze della sua vita valdostana: "Voleva il fuoco in casa, siccome fare un camino era complesso per via della canna fumaria, ha optato per la stufa, che quando è accesa dà un bell'effetto".
La grande sfida di questo progetto è stata la scala tra i due piani: "In precedenza c'era una scala a chiocciola in uno spazio molto piccolo e i committenti non volevano fare lavori strutturali, per cui ho disegnato una scala di fatto a chiocciola, ma a pianta rettangolare, con i gradini che si allargano nella parte bassa e in quella alta, mentre nella parte centrale rimangono della stessa larghezza. Sono gradini in ferro verniciato a polvere, formati da una lamiera piegata a L e saldati tra di loro; sono poi saldati al piatto centrale, formato da due piatti accorpati, tra i quali si infila il gradino. Dietro alle due pareti, quella con la carta da parati e quella dipinta in grigio scuro, c'è una sottostruttura metallica a cui è saldata la scala, i cui gradini così non vibrano. Nella parte alta, il piatto centrale diventa mancorrente". Un lavoro complesso e sofisticato, che ha evitato i lavori strutturali e che a Francesca Diano è costato molto studio: "Devi sempre trovare un compromesso tra estetica, funzionalità e costi".
Il risultato, una casa dai toni caldi, che gioca su luminosità e colori e che raggiunge quell'effetto scoperta dentro ogni scatola, caro al concept iniziale di Francesca Diano.
E' splendido davvero nelle tue immagini! Mi piacciono i contrasti forti.
RispondiEliminaLe immagini non sono mie, me le ha fornite l'architetta Diano e sono d'accordo con te: un arredamento davvero bello!
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