Come ormai saprete, il Piemonte è una
delle regioni italiane in cui sono stati trovati i primi contagiati
italiani dal COVID19, il corona virus proveniente dalla Cina. A
titolo precauzionale, sono stati chiusi tutti i luoghi di
socializzazione, i Musei in primis: mi sono già arrivati i
comunicati stampa di Museo del Cinema, Museo Egizio, Musei Reali, Museo Accorsi-Ometto, Castello di Rivoli e CAMERA che annunciano le loro chiusure
straordinarie fino al 29 febbraio 2020 o, comunque, fino a nuova
indicazione dalle autorità competenti. La Reggia di Venaria Reale e
il Castello del Parco della Mandria proseguiranno la tradizionale
chiusura invernale fino a lunedì 2 marzo 2020. Chiude tutte le sue sedi (Torino, Novara, Rivoli) fino al 29 febbraio, e in attesa di ulteriori indicazioni delle autorità, anche il Circolo dei Lettori.
Chiusure che sono atti dovuti per le modalità di trasmissione del virus, attraverso la saliva, quindi attraverso starnuti, tosse e persino conversazioni, con persone che si trovano a meno di un metro di distanza. Senza contare che le persone infettate, possono aver messo la mano davanti alla bocca per tosse o starnuti e possono poi aver toccato superfici in cui il virus si è posato; da qui è passato a chi quelle stesse superfici ha toccato e, senza lavarsele prima, ha portato le mani agli occhi, al naso o alla bocca, permettendogli di entrare nel proprio corpo. Insomma, in questi giorni confusi, in cui non è ancora chiaro il numero dei contagiati, lavatevi spesso le mani, state ad almeno un metro di distanza dalle persone e mantenete la calma (e no, saccheggiare i supermercati non è esempio di calma né di intelligenza, potrebbe solo causare il razionamento e l'aumento dei prezzi).
Chiusi i Musei, i teatri e i cinema, è tempo di scoprire la magia naturale di Torino, le sue piazze, le sue vie, i suoi parchi. La luce dell'inverno che si sta lentamente trasformando in primavera è preziosa e tutta da vivere, passeggiando nei parchi di Torino: non solo il Parco del Valentino, il prediletto dai torinesi e dai turisti, ma anche i tanti parchi che sono anche loro una sorta di corona verde, intorno al centro cittadino. Da nord a sud, ci sono il Parco Colletta, alla confluenza della Dora e del Po, che si può percorrere in bicicletta e che è l'avamposto meridionale di un sistema di parchi sulla confluenza, fino al Parco del Meisino, dove la Stura si getta nel Po; flora e fauna che si risvegliano e si possono scoprire con passeggiate a piedi e in bicicletta, sotto lo sguardo di Superga. Seguendo il corso della Dora, sulla periferia occidentale della città, c'è il Parco della Pellerina, prediletto dai torinesi che amano la corsa e la bicicletta: ma potete viverlo anche a piedi, attraversando il fiume sui suoi ponti pedonali, avvistando gli animali intorno ai laghi e ai canneti. Un parco nuovo, che pochi torinesi conoscono, è il Parco Mennea, inaugurato l'anno scorso su quella che fu la Materferro, lungo la ferrovia Torino-Modane, è uno spazio verde dedicato allo sport, come la stessa intitolazione lascia immaginare: tante attrezzature sportive, anche di fitness, e tante varietà di alberi, con una certa predilezione per quelli da frutta, ciliegi, meli, albicocchi, gelsi, fino alla collinetta belvedere, con una piccola vigna. Ancora più a sud, al confine con Nichelino, c'è il Parco del Sangone, tra ponti pedonali, boschetti, orti urbani e sentieri da percorrere a piedi o in bicicletta, fino al Mausoleo della Bela Rosin, che è testa di ponte con il Parco Colonnetti, polmone verde di Mirafiori Sud.
Oltre ai parchi, ci sono le belle piazze cittadine: piazza San Carlo, piazza Vittorio Veneto, piazza Castello, piazza Statuto, piazza Carlo Felice. I grandi ingressi ottocenteschi alla città storica, che riflettono l'estetica barocca, con il proseguimento dei suoi assi visuali e le loro conclusioni scenografiche. Passeggiare senza fretta è l'occasione per riscoprirle: le loro architetture, i loro scorci, i loro assi visuali; sono appassionata di fotografia, come penso tanti torinesi, e questi giorni saranno utili a scoprire le strade di Torino. E i suoi quartieri: Vanchiglia, Borgo Po, Campidoglio, con le loro casette che sanno di piccolo borgo ottocentesco, i loro laboratori, i loro negozietti, le loro strade silenziose, i loro cortili reinventati, i musei all'aperto (il MAU, il Museo di Arte Urbana di Campidoglio, con i suoi bei murales!).
C'è tanta Torino da vivere in questi giorni in cui gli storici spazi culturali rimangono chiusi. Vale la pena (ri)scoprirli e arrivare al cuore pulsante della città.
Chiusure che sono atti dovuti per le modalità di trasmissione del virus, attraverso la saliva, quindi attraverso starnuti, tosse e persino conversazioni, con persone che si trovano a meno di un metro di distanza. Senza contare che le persone infettate, possono aver messo la mano davanti alla bocca per tosse o starnuti e possono poi aver toccato superfici in cui il virus si è posato; da qui è passato a chi quelle stesse superfici ha toccato e, senza lavarsele prima, ha portato le mani agli occhi, al naso o alla bocca, permettendogli di entrare nel proprio corpo. Insomma, in questi giorni confusi, in cui non è ancora chiaro il numero dei contagiati, lavatevi spesso le mani, state ad almeno un metro di distanza dalle persone e mantenete la calma (e no, saccheggiare i supermercati non è esempio di calma né di intelligenza, potrebbe solo causare il razionamento e l'aumento dei prezzi).
Chiusi i Musei, i teatri e i cinema, è tempo di scoprire la magia naturale di Torino, le sue piazze, le sue vie, i suoi parchi. La luce dell'inverno che si sta lentamente trasformando in primavera è preziosa e tutta da vivere, passeggiando nei parchi di Torino: non solo il Parco del Valentino, il prediletto dai torinesi e dai turisti, ma anche i tanti parchi che sono anche loro una sorta di corona verde, intorno al centro cittadino. Da nord a sud, ci sono il Parco Colletta, alla confluenza della Dora e del Po, che si può percorrere in bicicletta e che è l'avamposto meridionale di un sistema di parchi sulla confluenza, fino al Parco del Meisino, dove la Stura si getta nel Po; flora e fauna che si risvegliano e si possono scoprire con passeggiate a piedi e in bicicletta, sotto lo sguardo di Superga. Seguendo il corso della Dora, sulla periferia occidentale della città, c'è il Parco della Pellerina, prediletto dai torinesi che amano la corsa e la bicicletta: ma potete viverlo anche a piedi, attraversando il fiume sui suoi ponti pedonali, avvistando gli animali intorno ai laghi e ai canneti. Un parco nuovo, che pochi torinesi conoscono, è il Parco Mennea, inaugurato l'anno scorso su quella che fu la Materferro, lungo la ferrovia Torino-Modane, è uno spazio verde dedicato allo sport, come la stessa intitolazione lascia immaginare: tante attrezzature sportive, anche di fitness, e tante varietà di alberi, con una certa predilezione per quelli da frutta, ciliegi, meli, albicocchi, gelsi, fino alla collinetta belvedere, con una piccola vigna. Ancora più a sud, al confine con Nichelino, c'è il Parco del Sangone, tra ponti pedonali, boschetti, orti urbani e sentieri da percorrere a piedi o in bicicletta, fino al Mausoleo della Bela Rosin, che è testa di ponte con il Parco Colonnetti, polmone verde di Mirafiori Sud.
Oltre ai parchi, ci sono le belle piazze cittadine: piazza San Carlo, piazza Vittorio Veneto, piazza Castello, piazza Statuto, piazza Carlo Felice. I grandi ingressi ottocenteschi alla città storica, che riflettono l'estetica barocca, con il proseguimento dei suoi assi visuali e le loro conclusioni scenografiche. Passeggiare senza fretta è l'occasione per riscoprirle: le loro architetture, i loro scorci, i loro assi visuali; sono appassionata di fotografia, come penso tanti torinesi, e questi giorni saranno utili a scoprire le strade di Torino. E i suoi quartieri: Vanchiglia, Borgo Po, Campidoglio, con le loro casette che sanno di piccolo borgo ottocentesco, i loro laboratori, i loro negozietti, le loro strade silenziose, i loro cortili reinventati, i musei all'aperto (il MAU, il Museo di Arte Urbana di Campidoglio, con i suoi bei murales!).
C'è tanta Torino da vivere in questi giorni in cui gli storici spazi culturali rimangono chiusi. Vale la pena (ri)scoprirli e arrivare al cuore pulsante della città.
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